Raddoppia in 10 anni, nel periodo 2010-2020, il consumo di spaghetti &co che passa da quasi 9 a circa 17 milioni di tonnellate annue. Lo rivela Unione Italiana Food che, in occasione del World Pasta Day del 25 ottobre rende noti numeri e tendenze del piatto simbolo della cucina italiana e certifica un gradimento verso il piatto superiore ai livelli pre-pandemia.
Ogni italiano ne consuma oltre 23 kg all'anno, staccando in questa speciale classifica Tunisia, 17 kg, Venezuela, 15 kg e Grecia, 12,2 kg. Nel complesso è italiano 1 piatto di pasta su 4 mangiati nel mondo e con 3,9 milioni di tonnellate di pasta prodotte dai nostri pastifici l'Italia si conferma leader mondiale della pasta, davanti a Usa, Turchia, Egitto e Brasile.
Più della metà della produzione italiana (il 62%) finisce all'estero. I Paesi dove esporta di più l'Italia sono Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Giappone, mentre quelli da dove arrivano le performance più importanti del 2020 sono Cina, Canada, Spagna e Arabia Saudita. Rispetto al gennaio/luglio 2020, l'export di pasta dei primi 7 mesi del nuovo anno segna un calo del 9,4% a valore, ma il confronto con i valori "pre-Covid" dello stesso periodo del 2019 evidenzia un +13%. Guardando ai volumi di pasta esportati i 5 mercati più strategici sono Germania (+6%), Francia (+2%), Giappone (+4%) e soprattutto Usa (+10%), mentre l'unico valore di segno negativo rispetto al 2019 arriva dal Regno Unito (-4%), conseguenza della Brexit. il settore dei pastai italiani conta quasi 120 imprese, oltre 10.200 addetti e genera un valore di 5,6 miliardi di euro.
World Pasta Day, in 10 anni consumi raddoppiati
Italiano 1 piatto di pasta su 4.Produzione Italia a 3,9 mln di t