(ANSA) - VERONA, 13 APR - "Le fiere italiane, rappresentate
da Aefi, esprimono al meglio il Made in Italy e sono il
principale strumento di internazionalizzazione delle imprese
nazionali. Grazie al vostro lavoro abbiamo portato il mondo in
Italia, ora serve portare le nostre imprese nel mondo: se
riusciamo a trovare uno strumento comune per fare questo in
alcune aree e continenti e per alcuni settori, possiamo avere un
effetto moltiplicatore per le imprese nei mercati stranieri".
Quel continente - ha concluso - può essere l'avvio del progetto
pilota delle fiere italiane all'estero".
Per il presidente di Aefi (Associazione esposizioni e fiere
italiane), Maurizio Danese: "Celebriamo la prima Giornata del
Made in Italy con la consapevolezza della responsabilità del
nostro ruolo. Le fiere supportano gran parte dei
comparti-bandiera del "fare italiano". Settori che
complessivamente valgono il 60% delle esportazioni del Belpaese
e che sono protagoniste ogni anno in circa 270 fiere
internazionali. Una centralità, quella dell'industria fieristica
- ha proseguito Danese -, che grazie alla recente Legge sul Made
in Italy è per la prima volta riconosciuta in un testo
legislativo quale "fattore cruciale per la conoscenza e la
diffusione dell'eccellenza del Made in Italy. Una tappa
necessaria per mettere a terra il processo di
internazionalizzazione del sistema italiano delle fiere dentro
un unico veicolo pubblico/privato".
Secondo le prime stime Aefi, il 2023 si è chiuso con un
incremento tendenziale del 10% dell'area espositiva venduta in
Italia. Rispetto al target pre-Covid il gap è ancora del 10%,
che - secondo le previsioni dell'Associazione - sarà colmato nel
2024. In crescita invece il numero di visitatori, sia sul 2022
che sul 2019, rispettivamente del +20% e +4%. (ANSA).
Urso, progetto pilota su fiere all'estero può partire da Africa
Danese (Aefi), sistema fieristico supporta 60% made in Italy