''Inizieremo a produrre fiori ad uso alimentare e germogli grazie all'interazione di pesci ornamentali'', spiega Alessandro Biagetti, tra i 4 ingegneri della cooperativa, per poi ampliare gli orizzonti perfino agli astici di acqua dolce. ''Entro un anno vogliamo realizzare un sistema che si auto-alimenti - aggiunge - in modo che tutti gli scarti alimentari diventino mangime per i pesci''. In realtà il progetto della cooperativa nasce per applicare l'acquaponica agli edifici, installando su facciate e terrazzi dei moduli per coltivazione collegati a vasche di pesci commestibili come carpe, trote e gamberi rossi di acqua dolce; i pesci con il materiale di scarto da loro prodotto fertilizzano le piante come pomodori, rughetta, insalata e queste filtrano e rimandano l'acqua depurata alle vasche con i pesci. Tra i pionieri dell'acquaponica in Italia c'è anche il progetto di Acquacoltura Sostenibile Urbana realizzato dalla cooperativa Empedocle di Palermo nata nel 2011. Partendo da una serra di 12 metri quadrati è stato praticato allevamento di pesci e crostacei e coltivazione di piante senza suolo.
Sistemi di produzione innovativi che potrebbero fare breccia nei consumatori, sempre più aperti a sperimentare cibi nuovi purchè non presentino rischi per la salute. Per il 75% degli italiani, infatti, secondo un'indagine di Federcoopesca-Confcooperative, le nuove tecnologie in fatto di cibo devono dare vita a prodotti di qualità a basso in impatto.
Un sistema che, secondo Corrado Piccinetti, docente dell'Università di Bologna, oltre ad essere ecofriendly, è utile per comprendere meglio abitudini di alcune specie ittiche e tanto più sono pregiate, maggiore è la convenienze ad investirci''.
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