(ANSA) - CORLEONE (PALERMO) - Il paese di Corleone le stava ormai stretto, carabinieri che facevano controlli a ogni ora del giorno e della notte, il lavoro che non si trova, quei cognomi mafiosi pesantissimi di padre e madre, Riina e Bagarella, conosciuti da tutti e che riportano a omicidi, stragi, sangue e lutti. E così Lucia Riina, 39 anni, ultimogenita del boss di Cosa nostra Totò, morto il 17 novembre 2017 in carcere, ha deciso il grande salto e ha intrapreso una "vita nuova" dallo scorso autunno a Parigi con la famiglia: il marito Vincenzo Bellomo, e la figlia che ha poco più di due anni.
Il bistrot che promette "autentica cucina siciliana-italiana da scoprire in un ambiente elegante e accogliente" è in rue Daru una stradina non lontana dall'Arc de Triomphe, dal parco di Monceau e dal celebre Lido. Il ristorante è intestato alla società per azioni Luvitopace con un capitale sociale di mille euro e il cui presidente è Pierre Duthilleul.
Al numero di telefono del locale risponde un giovane gentile che parla perfettamente italiano. Alla domanda se fosse possibile parlare con Bellomo o Riina l'interlocutore si consulta con un'altra persona e poi dice di non poter fornire informazioni. Spiega però che i proprietari sono due francesi e che forse la gestione è affidata alla coppia corleonese. Lui è solo il direttore di sala. Su chat la figlia del boss chiede il ''rispetto della privacy' e dice che ''non rilascia interviste''. Lucia, che ha saputo chi fosse il padre dopo il suo arresto nel gennaio '93, da tempo desiderava lasciare il paese dov'era giunta a 14 anni. Si sentiva ''oppressa'' ed ''emarginata'' e sosteneva che la sua famiglia aveva un reddito basso. Nel 2017 si era vista rifiutare il bonus bebè dopo la nascita della figlia: due volte dal Comune di Corleone e una volta dall'Inps. Proprio in quell' occasione su Fb scrisse: "Chiederemo al presidente della Repubblica la revoca della cittadinanza italiana sia per noi che per nostra figlia così sarà chiaro al mondo intero come l'Italia politica e mediatica tratta i suoi figli, perchè sono brutti, sporchi e cattivi". Nel 2008 la giovane Riina si è sposata con Vincenzo Bellomo un giovane di Corleone che faceva il rappresentante di prodotti vinicoli e alimentari. Il Cafè-restaurant parigino, dove Bellomo è di casa, ha la facciata in legno e vetro sormontata da una tenda verde col nome e la firma autografa che Lucia Riina utilizza anche per i quadri che dipinge ormai da anni. Spicca lo stendardo con lo stemma di Corleone: un leone rampante che stringe un cuore.
Dentro il bistrot ha un aspetto elegante con luci soffuse tavolini in marmo bianco, sedie e divanetti in legno e imbottitura verde scuro che richiamano lo stendardo e la tenda esterni. Proprio i simboli che riportano a Corleone non piacciono al neo sindaco del paese, Ciccio Nicolosi: "Nel mondo ci sono tanti ristoranti e locali col nome Corleone. Accostare però il nome della nostra città a quello di mafiosi è devastante. Dobbiamo ritornare a far parlare di Corleone come città di pace e di tradizioni culturali. Cercherò di attivare il ministero degli Esteri e farò tutto quanto la legge mi consente: il nome Riina accanto allo stemma di Corleone non deve proprio starci". (ANSA).
'Corleone by Riina', bistrot parigino per figlia del boss
Lucia,è nuova vita. Sindaco,nome paese non accanto a quello boss