Il metodo di analisi utilizzato, a quanto viene specificato, è basato sull'impiego di una tecnica di spettrometria di massa ultrasensibile e riproducibile e ha permesso di identificare la presenza di proteine del latte in vari campioni commerciali di wurstel, paté, burger di lotti e aziende diverse, sebbene, in qualche caso, non dichiarata in etichetta.
"Gli allergeni nascosti nei cibi derivanti o da contaminazioni involontarie durante il processo di produzione o da proteine aggiunte intenzionalmente come stabilizzanti, leganti e riempitivi - spiegano i ricercatori di UniBa - se non dichiarate, possono rappresentare un serio rischio di salute per i soggetti allergici". (ANSA).
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