(ANSA) - ROMA, 12 AGO - La tavola di Ferragosto spacca
l'Italia. Non geograficamente.
La divisione del nostro Paese si consuma sul piatto forte.
Ormai, tranne che per pochi manipoli di "rigorosi", la
tradizione della scansione dei pasti (antipasto, primo, secondo,
contorno, frutta, dolce) è andata in soffitta. E il piatto forte
(se non unico) intorno al quale ruota il pasto fa la differenza.
Da un lato la lasagna, declinata anche come timballo o
vincisgrassi, pasta al forno o sartù, piatti complessi che
abbisognano di ore di preparazione ma molto nutrienti, in grado
di coprire il fabbisogno di un'intera giornata, se affiancati da
verdura e frutta. Dall'altro la pasta, fresca (sempre più
apprezzata dai consumatori) o anche secca ma di alta qualità,
accompagnata da sughi "marini". Il classico dei classici sono i
sughi alle vongole, alle cozze, allo scoglio, alla marinara. Ma
anche versioni vegetariane, come il pesto o la norma, stanno
guadagnando posizioni. Chi non vuole scodellare la pasta rovente
nei piatti, ma le rimane fedele, può scegliere l'insalata (di
pasta o di riso o di mare). Nel complesso, conclude Cna
Agroalimentare, "l'Italia si è, gastronomicamente parlando,
unificata. O, secondo i tradizionalisti, omologata. A Ferragosto
infatti gli altri piatti preferiti dalla maggioranza degli
italiani sono più o meno gli stessi. Si va dal prosciutto &
melone all'insalata di mare tra gli antipasti, dal vitello
tonnato e dal pollo (con i peperoni a Roma e dintorni) alla
grigliata di pesce o carne e alla parmigiana di melanzane, tra i
secondi, e infine all'anguria (o cocomero) come frutta. La
scelta, quest'ultima, più unificante: tre connazionali su
quattro la considerano l'alimento più adatto a combattere il
caldo". (ANSA).
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