L'Antico Caffè Greco di Via Condotti, a due passi dalla Scalinata di Piazza di Spagna, compie 264 anni e continua ad essere testimone della storia intellettuale di Roma. Secondo più antico caffè d'Italia, fondato nel 1760 dal levantino (da qui l'origine del nome del locale) Nicola della Maddalena, il Caffè Greco custodisce un patrimonio artistico di oltre trecento tra cimeli e opere d'arte.
La sala Venezia, all'ingresso, riunisce paesaggi della città lagunare eseguiti nel 1880 dal pittore umbro, romano d'adozione, Vincenzo Giovannini (1817-1903). Una piccola statua in bronzo di Vincenzo Gemito, dal titolo L'acquaiolo (1881), testimonia la cultura artistica dello scultore napoletano, a metà strada tra il realismo e le tendenze neo-rinascimentali tardo ottocenteschi. Le vedute di Giovannini ornano anche la sala Roma, dove le grandi tele alle pareti vennero allestite nel 1897, andando a comporre un ideale viaggio attraverso i celebri monumenti antichi della città eterna. Completano l'apparato decorativo dell'ambiente le statue in gesso di Luigi Amici (1817-1897), prevalentemente piccoli ritratti di abituali frequentatori del caffè. La sala delle Vedute romane prosegue il percorso urbano con opere ancora di Vincenzo Giovannini.
Diverso è il formato delle tele, alto e stretto, e la maggiore attenzione prestata ai personaggi: pastori, agricoltori e viandanti. Mentre l'Omnibus, luogo d'incontro prediletto da intellettuali, scrittori e artisti, è arricchita, oltre che da paesaggi, da numerosi medaglioni, stucchi, ritratti e fotografie d'epoca, a significativa testimonianza delle vicende culturali che il Caffè Greco ha ospitato nella sua lunga storia. La decorazione della sala Galli ruota attorno all'autoritratto, esposto, del milanese Luigi Galli (1817 - 1900); anche qui non mancano vedute a firma di vari autori. La sala Rossa, corrispondente all'antica entrata al Greco su via delle Carrozze, custodisce opere dal tardo Settecento all'Ottocento: si va da un raro paesaggio del 1797 della pittrice e archeologa Marianna Dionigi, al Ritratto di anziano garibaldino di Gerolamo Induno, al grande fauno seduto di Luigi Amici, alla dantesca Barca della Vita, di Domenico Morelli, del 1859.
La sala Szoldaticz prende il nome da un altro autoritratto, datato 1923, di Giorgio Szoldaticz, pittore di discendenza ungherese. Questa e la successiva, la sala Gubinelli, così denominata in ricordo della storica famiglia proprietaria del caffè, sono ancora decorate da vedute, come quella della costiera amalfitana di Edmund Hottenroth e il Paesaggio eroico con cascata di Christian Reinhart, e da quadri di ritratti e figure, quali la Ciociara di Franz Ludwig Catel. Iconica la foto del 1948 di Irvin Penn che ritrae in un'unica tavolata, tra gli altri, Flaiano, Palazzeschi, Brancati, Orson Welles, Sandro Penna e Lea Padovani.
Antico Caffè Greco compie 264 anni e mostra suoi cimeli d'arte
Foto con Flaiano, Palazzeschi, Brancati, Orson Welles, Penna