"Si prevede che oltre un milione di persone, la metà della popolazione di Gaza, dovrà affrontare la morte e il livello di fame più elevato sulla scala del rischio (Fase 5) entro la metà di luglio". Lo scrivono la Fao e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Wfp), nel nuovo rapporto 'Hunger Hotspots' in cui descrivono gli scenari di prospettiva per 18 punti caldi a rischio nutrizione nel mondo.
In particolare, si legge nel rapporto, "la carestia incombe a Gaza mentre il rischio di morire di fame persiste in Sudan, Haiti, Mali e Sud Sudan". Da qui l'appello: "Serve un'azione immediata per prevenire la carestia". L'insicurezza alimentare acuta è infatti destinata ad aumentare di entità e gravità in 18 aree nel mondo che comprendono un totale di 17 paesi e un gruppo regionale di quattro paesi (Malawi, colpito dalla siccità, Mozambico, Zambia e Zimbabwe), dove la fame acuta è ad alto rischio di peggioramento da giugno a ottobre 2024. Gaza è tra gli hotspot a più alto rischio di deterioramento.
"Si prevede che il conflitto in corso in Palestina aggraverà ulteriormente i già catastrofici livelli di fame acuta, con fame e morte già in atto, insieme al bilancio senza precedenti delle vittime, alla distruzione diffusa e allo sfollamento di quasi tutta la popolazione della Striscia di Gaza", si legge nel rapporto delle Nazioni Unite.
In Sud Sudan, si prevede che il numero di persone che rischiano di morire di fame e morte raddoppierà quasi tra aprile e luglio 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023. Ancora la crisi climatica in primo piano, oltre agli shock economici in atto nel mondo. "Si prevede che le condizioni di La Niña - si legge nel Rapporto - prevarranno tra agosto 2024 e febbraio 2025, influenzando in modo significativo la distribuzione delle precipitazioni e le temperature".
Il direttore generale della Fao, QU Dongyu parla di "prospettive scoraggianti" ed esorta ad "agire in anticipo rispetto alle crisi". Una volta dichiarata la carestia "è troppo tardi: molte persone sono già morte di fame. In Somalia, nel 2011, la metà del quarto di milione di persone morte di fame è morta prima che la carestia fosse ufficialmente dichiarata", avvisa Cindy McCain, Direttore Esecutivo del Wfp. "Dobbiamo imparare la lezione e agire ora per impedire che questi focolai scatenino una tempesta di fame".
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