(ANSA) - ROMA, 26 AGO - La ricerca scientifica offre una luce
di speranza per salvare gli ulivi pugliesi dalla Xylella e il
riso della Baraggia. Lo fa sapere il presidente dell'Uci, Unione
Coltivatori Italiani, Mario Serpillo, richiamando l'attenzione
sulle diverse soluzioni messe in atto per contrastare i problemi
che stanno affliggendo alcune produzioni agricole di pregio, dai
cambiamenti climatici, alla cattiva gestione delle risorse
idriche, alla diffusione di parassiti e specie aliene.
In Puglia la collaborazione tra il mondo accademico e della
ricerca, quello istituzionale e quello imprenditoriale ha reso
possibile l'avvio di un'importante sperimentazione nella zona
del Brindisino, dove verrà testato un nanomateriale battericida
e funghicida a base d'argento: l' Argirium SUNc che agisce sulla
Xylella ed altri batteri patogeni del pomodoro e del tabacco.
Pur mantenendo tutta la prudenza che l'attuale fase richiede,
gli scienziati che conducono il progetto in Puglia si dichiarano
fiduciosi che uno strumento per contrastare il batterio possa
essere prossimamente disponibile. Per altri ragioni, anche il
riso del Consorzio piemontese della Baraggia corre gravi rischi.
"Il controverso problema del deflusso ecologico delle acque
rischia di mettere in ginocchio un pilastro della nostra
economia - afferma Serpillo - l'applicazione delle normative
europee andrebbe rimodulata e gestita meglio; al tempo stesso,
bisognerebbe intervenire potenziando i sistemi di raccolta
delle acque piovane (che peraltro al nord quest'anno sono state
abbondanti) cosicché non si renderebbero necessari i drammatici
tagli all'agricoltura". Malgrado l'attuale situazione sia
estremamente critica, si profilano opportunità positive legate
ai progressi della ricerca scientifica relativa alla lotta
contro gli agenti patogeni cui il riso è abitualmente esposto e
per contrastare i quali viene fatto ricorso all'uso dei
pesticidi. A tale riguardo le recenti sperimentazioni condotte
dall'Università di Milano potrebbero rappresentare un punto di
svolta per questo comparto. I ricercatori hanno sviluppato un
metodo per permettere alle piante di difendersi autonomamente
utilizzando mutazioni naturali del Dna presenti in una qualità
di riso asiatico resistente al fungo Brusone e che, grazie alle
tecniche di evoluzione assistita sono state in grado, una volta
impiantante, di replicarsi spontaneamente in alcune varietà
italiane di riso Arborio senza alterare il resto del genoma;
l'obbiettivo è abbattere l'uso dei pesticidi entro il 2030.
(ANSA).
La scienza salverà l'ulivo dalla Xylella e il riso della Baraggia
Uci, speranze dal nanomateriale battericida alle Tea in Piemonte