"Dobbiamo sempre pensare che il pericolo può essere il cinghiale che si infetta e trasmette il virus al suino domestico, ma anche l'essere umano. Oggi, stando alle indagini epidemiologiche, il ruolo dell'uomo è più importante rispetto a quello dell'animale".
Verranno fatti dei controlli e, quando le condizioni non dovessero esseri tali da garantire la salvaguardia dell'allevamento, saranno presi anche dei seri provvedimenti".
Il Commissario poi aggiunge la necessità di misure strutturali, come recinzioni, filtri, previsioni di igiene e gestionali di biosicurezza, cioè azioni fatte dal personale (allevatori, addetti, tecnici di determinati settori, veterinari) o dagli automezzi. "In termini strategici - conclude Filippini - abbiamo le idee molto chiare su come intervenire. Inoltre, abbiamo un grande Sistema Sanitario, rappresentato dal Ministero, dalle Regioni e dai servizi veterinari che, insieme alla rete degli Istituti Zooprofilattici, garantisce controlli e diagnostica.
Per vincere questa battaglia servono tempo, molta prudenza e grande determinazione nell'applicazione delle azioni previste nella strategia. Sarà fondamentale armonizzare i comportamenti nei diversi territori".
Peste suina: Filippini, fattore umano chiave per la diffusione
Commissario straordinario, armonizzare azioni nei territori