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Romito, futuro del cuoco è dare dimensione nuova a cibi semplici

Per chef e imprenditore abruzzese, "serve una creatività utile"

Niko e Cristiana Romito

Redazione Ansa

- ROMA - "Il giovane è molto curioso rispetto all'alta cucina e il Gambero Rosso sta premiando una cucina di ricerca, di avanguardia che potenzialmente può essere anche divisiva. Però il futuro del cuoco è proprio quando si fa ricerca innovativa e ci sono i contenuti, e c'è anche un linguaggio diverso dal passato con utilizzo di ingredienti naturali, semplici, che vengono poi trattati, trasformati e portati a dimensioni nuove. Tanti giovani cuochi stanno lavorando in questa direzione: una creatività utile, con valori italiani ma anche con concetti di pulizia di estrema semplicità, di eliminazione del superfluo per andare proprio al cuore del sapore e del gusto". Lo ha detto all'ANSA Niko Romito, re degli chef insieme al piemontese Enrico Crippa, secondo al guida Ristoranti d'Italia 2025 del Gambero Rosso presentata oggi a Roma, presso il teatro Eliseo.


    "Per sette anni - ha aggiunto lo chef ed imprenditore abruzzese - siamo stati ristorante 96 centesimi quindi primi d'Italia.
    Quest'anno, anche col cambio di direzione della Guida del Gambero Rosso, prendere 97 centesimi è per noi molto importante anche perché il lavoro che stiamo facendo è nuovo, sul vegetale, su Casadonna. Tutto quello che è accoglienza, l''ospitalità, il luogo, per me è fondamentale e ci sta premiando. Così come la coerenza dal cancello d'ingresso alla sala, quando si fa colazione e quando si cena. E i trenta/trentesimi dati dalla guida alla sala del Reale, punteggio massimo di eccellenza, premiano il lavoro di Cristiana Romito che, col suo silenzio ed eleganza, ha creato una squadra di ragazzi incredibili che stanno portando avanti i nostri valori e il nostro codice gastronomico".

Rispetto alla candidatura della cucina italiana a entrare nella lista Unesco, Romito ha sottolineato che "la cucina italiana ha una immagine nel mondo altissima. Tuttavia, a volte vedo che il pubblico internazionale pensa che sia stereotipata su 15-20 piatti. Il lavoro da fare è quindi far conoscere sempre di più una cucina regionale attualizzata. Più si farà questo lavoro all'estero, più ci darà la forza - ha concluso - di far conoscere fuori dai confini nazionali il nostro modello". (ANSA).
   

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