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Lavorare in agricoltura è cool, per il 64% è il futuro

Coldiretti/Censis, nasce la 'diplomazia dei mercati contadini'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 NOV - Per il 64% degli italiani l'agricoltura incarna il futuro, capovolgendo lo stereotipo rurale che ha caratterizzato il passato; il 75% di chi ha figli o nipoti degli adulti sarebbe contento se scegliessero di lavorare nei campi. Ad evidenziarlo è Il rapporto Coldiretti/ Censis presentato nella giornata conclusiva del Forum dell'Agricoltura e dell'Alimentazione a Villa Miani a Roma organizzato dalla Coldiretti in collaborazione con The European House - Ambrosetti. Una percezione forte che oltrepassa i confini nazionali, tanto che secondo la Coldiretti, si sta concretizzando una nuova 'diplomazia dei mercati contadini', con la diffusione nel mondo di modelli di produzione agricola capaci di dare speranza ai Paesi più poveri. Secondo il rapporto, l'89% degli italiani nutre fiducia negli agricoltori, che negli anni sono riusciti a costruire un proprio specifico capitale di riconoscimento, grazie alle battaglie portate avanti per un cibo tracciabile, sicuro, salutare e sostenibile; battaglie fatte proprie dall'87% del campione.
    Secondo la Coldiretti si stanno creando le condizioni per una sovranità alimentare che assicuri cibo alle popolazioni, dando loro una opportunità di futuro. Un esempio è la recente inaugurazione ad Alessandria d'Egitto del primo mercato contadino nell'ambito del progetto 'Mediterranean and African Markets Initiative', iniziativa finanziata dal Ministero degli Affari Esteri con il supporto della Fondazione Campagna Amica.
    Il primo passo verso la creazione di una rete di mercati in tutto il Mediterraneo e l'Africa, come Albania, Tunisia, Kenya e Libano, per rafforzare i legami tra agricoltori e cittadini, con un impatto significativo sulle comunità locali. L'esperienza dei mercati contadini si propone oggi come modello a livello mondiale per aiutare le economie dei Paesi più poveri, a sviluppare filiere alimentari 'dal basso' per difendere la democraticità del cibo e riappropriarsi dei processi decisionali a vantaggio della collettività. (ANSA).
   

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