(ANSA) - TORINO, 20 DIC - Ci sono dieci spunti per chi deve
prendere decisioni in merito all'agricoltura cellulare, come ha
fatto ad esempio l'Italia che ha approvato per prima una legge
in merito alla carne coltivata. Sono stati preparati da
ricercatori di Politecnico di Torino, Università di Scienze
gastronomiche di Pollenzo e Università di Torino, insieme
all'Università di Roma Tor Vergata, all'Università di Trento, a
The Good Food Institute Europe e all'Istituto di scienze delle
produzioni alimentari e sono confluiti in una nota critica
pubblicata oggi su One Earth, la rivista dell'editore
scientifico Cell Press che si occupa specificatamente di
sostenibilità.
Il titolo è "Cultivated meat beyond bans: Ten remarks from
the Italian case toward a reasoned decision-making process" e
gli autori sono Michele Antonio Fino, docente di diritto a
Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Alessandro Bertero, di
biotecnologie di Torino, e Diana Massai di bioingegneria al
Politecnico di Torino.
L'attenzione delle ricercatrici e dei ricercatori si è
concentrata in primo luogo sulla libertà della ricerca,
necessaria all'innovazione. Come garanzia della libertà, nella
nota sostengono sia necessario un uso corretto del linguaggio.
Altrettanto fondamentale viene ritenuta la salvaguardia
dell'integrità delle informazioni trasmesse. I ricercatori
riflettono poi sulle "sfide alimentari e ambientali non più
rimandabili", con la previsione di una crescita della
popolazione che raggiungerà tra i 9 e gli 11 miliardi entro il
2050, dicendo "irresponsabile minare la fiducia dei consumatori
nella valutazione dei nuovi alimenti, mettendo in discussione le
autorità competenti in materia, qual è l'Autorità europea per la
sicurezza alimentare (Efsa)".
"In quanto settima economia mondiale, l'Italia ha la
responsabilità di contribuire in modo attivo e consapevole al
progresso della conoscenza, prima che venga svolta qualsiasi
valutazione su tecnologie capaci di influire sul futuro
alimentare globale" commentano Bertero, Fino e Massai. (ANSA).
Carne coltivata, dalla ricerca dieci spunti per i decisori
Uno studio parte da Torino, pubblicato su One Earth