La plenaria dell'Europarlamento ha respinto l'ipotesi di includere gli allevamenti di bovini nella nuova direttiva emissioni industriali. Gli emendamenti sostenuti dalla commissione Agricoltura dell'Eurocamera sono stati approvati, mentre sono stati bocciati quelli della commissione Ambiente, che prevedevano l'applicazione delle norme sulle emissioni industriali ad allevamenti di vacche da latte da 300 capi in su. La Commissione europea chiedeva 150 unità. "Il Parlamento non ha permesso che gli allevamenti che allevano mucche fossero elencati come grandi inquinatori industriali e abbiamo evitato di imporre loro un nuovo onere amministrativo - ha commentato Benoit Lutgen (Ppe, Belgio) - un buon passo a favore dei nostri agricoltori e della sicurezza alimentare".
Cia, dal Pe vittoria per la zootecnia italiana ed europea
Una vittoria per la zootecnia italiana ed europea. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il voto della plenaria del Parlamento Ue, che scongiura l'inserimento degli allevamenti bovini nella nuova direttiva comunitaria sulle emissioni industriali, recependo le istanze del mondo agricolo. "Il Parlamento europeo riconosce che la zootecnia non è assolutamente equiparabile a settori altamente industrializzati, correggendo una proposta di revisione che appariva totalmente scorretta e ingiusta", spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini precisando che "gli agricoltori sono continuamente impegnati a ridurre l'impatto ambientale delle loro attività con pratiche sostenibili".
Coldiretti,abbiamo fermato in Europa la norma ammazza stalle
"Abbiamo fermato in Europa la norma ammazza stalle, con la decisione di lasciar fuori gli allevamenti bovini dalla revisione della direttiva sulle emissioni industriali che salva un settore cardine del Made in Italy". Lo afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel rivendicare la decisione del Parlamento Europeo. Il testo, infatti, va incontro alle richieste della Confederazione che per prima aveva denunciato "l'assurdità scientifica di paragonare le stalle alle fabbriche e avviato su questo un'ampia campagna di sensibilizzazione in Italia ed in Europa".
Filiera Italia, l'ideologia mascherata non è passata
"L'equazione "stalle uguale fabbriche inquinanti" non ha retto, l'ideologia mascherata da finto ambientalismo non è passata". Commenta così Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia il voto del Parlamento europeo sulla Direttiva Emissioni che non solo ha escluso i bovini dalla normativa, ma ha anche previsto per avicoli e suini lo stop a ulteriori nuovi oneri. "Il progetto di smantellamento della produzione europea voluto da Timmermans ha ricevuto una battuta di arresto - dice ancora Scordamaglia - una buona notizia per l'Europa che così non si troverà a dipendere da Paesi Terzi per la richiesta crescente di alimenti di origine animale, senza alcuna garanzia su standard di qualità e ambientali".
Alleanza Coop, voto sulle emissioni evita impatto economico
"Con il voto di oggi non è passata la proposta iniziale della Commissione, che in tema di emissioni mirava ad equiparare il settore agricolo agli altri settori altamente industrializzati, un assunto da cui sarebbero scaturite ripercussioni economiche e amministrative insostenibili". Lo dichiara il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini, nel ringraziare gli europarlamentari che hanno accolto e recepito le preoccupazioni espresse dal mondo agricolo, contenute in alcune proposte emendative oggi approvate che riassumevano la posizione della Commissione Agricoltura. "Adesso è previsto un ulteriore passaggio con il trilogo - prosegue Piccinini - augurandoci che il voto di oggi sia di buon auspicio per quello previsto domani, sempre in plenaria, sulla proposta della Commissione sul ripristino della natura, che è a nostro avviso assolutamente irrealistica poiché pensata e scritta in maniera slegata dalla realtà in cui gli agricoltori operano quotidianamente".