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L'Ue lancia dazi sul grano russo, freno alle importazioni

Von der Leyen: 'Mitighiamo i rischi per i nostri mercati'

Redazione Ansa

BRUXELLES - La Commissione europea ha formalizzato la sua proposta di introdurre dazi maggiorati sulle importazioni di cereali, semi oleosi e prodotti agricoli derivati provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia. Le misure, preannunciate ieri dalla presidente Ursula von der Leyen, saranno oggi sul tavolo dei leader Ue. I dazi, evidenzia il vicepresidente dell'esecutivo Ue, Valdis Dombrovskis, "renderanno le importazioni di questi prodotti commercialmente inattuabili". A seconda del prodotto specifico, i dazi imposti aumenteranno a 95 euro per tonnellata o avranno un valore del 50%. Le importazioni cerealicole dell'Ue dalla Russia hanno raggiunto il record complessivo di 4 milioni di tonnellate nel 2023, pari all'1% del consumo complessivo europeo, per un valore di circa 1,3 miliardi di euro. Le misure, spiega la Commissione Ue, sono tese a "prevenire la destabilizzazione del mercato" dei Ventisette, una preoccupazioni messa in evidenza anche "dalla comunità agricola Ue". I dazi, viene evidenziato, contrasteranno anche la strategia del Cremlino dei sequestri illegali del grano prodotto in Ucraina, etichettato poi come "russo" ed esportato in Ue, togliendo così "un'altra importante fonte di profitto per l'economia russa e, per estensione, la macchina da guerra russa". L'aumento delle tariffe si applica anche alla Bielorussia "alla luce degli stretti legami politici ed economici con la Russia" e per impedire a Mosca di incanalare le merci verso l'Ue utilizzando il territorio bielorusso per eludere i dazi. Nel 2023 Minsk ha esportato 610mila tonnellate di cereali, semi oleosi e prodotti derivati verso l'Ue per un valore di 246 milioni di euro. Nelle stime Ue, i dazi porteranno a un taglio delle importazioni di cereali dai due Paesi di quasi 5 milioni di tonnellate all'anno. La carenza di offerta "sarà parzialmente colmata dalla produzione interna dell'Ue, a beneficio degli agricoltori europei". Inoltre, si prevede il sostegno dei Paesi terzi che tradizionalmente riforniscono il mercato dei Ventisette, come Stati Uniti, Brasile, Ucraina, Serbia o Argentina. Russia e Bielorussia non avranno inoltre più accesso a nessuna delle quote previste dall'Organizzazione mondiale del commercio sui cereali dell'Ue, che offrono un trattamento commerciale migliore per alcuni prodotti. La proposta non incide tuttavia sul transito dei cereali russi e bielorussi verso i Paesi terzi, evidenzia ancora l'esecutivo comunitario, a tutela della "promozione della sicurezza alimentare a livello globale, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo".

 Ue, 'con i dazi sul grano colpiamo Mosca e aiutiamo agricoltori' 
I dazi sul grano russo "ridurranno la capacità della Russia di sfruttare l'Ue a vantaggio della sua macchina da guerra". Lo afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la formalizzazione della proposta di introdurre tariffe maggiorate sulle importazioni di cereali, semi oleosi e prodotti derivati dalla Russia e dalla Bielorussia, tra cui grano, mais e farina di girasole. Le misure commerciali sono tese a "mitigare il crescente rischio per i nostri mercati e i nostri agricoltori", spiega von der Leyen, evidenziando che l'Ue sta "raggiungendo il giusto equilibrio tra il sostegno all'economia e alle comunità agricole". "Allo stesso tempo, manteniamo il nostro fermo sostegno all'Ucraina" e "a preservare la sicurezza alimentare globale, soprattutto per i paesi in via di sviluppo", aggiunge.

Lollobrigida, 'è corretto regolare l'import di grano'
"In linea generale, per quanto mi riguarda, regolare l'import di grano è una cosa corretta". Lo ha dichiarato il ministro dell'agricoltura, Francesco Lollobrigida, interpellato dai giornalisti a Bruxelles sull'annuncio della Commissione europea di voler introdurre dazi sull'import di grano e cereali russi e bielorussi. "Vediamo quale sarà la definizione del quadro, giudicheremo i fatti e le carte". Quanto alle ultime proposte di Bruxelles sulla semplificazione della Pac "saremo soddisfatti a chiusura dei lavori, quando leggeremo il testo finale". Per ora - aggiunge - "abbiamo ottenuto risultati importanti, grazie anche l'Italia. Vediamo se nelle ultime consultazioni di questa mattina" tra i leader al Vertice europeo sull'agricoltura "emergerà qualcosa di positivo".

Ismea, grano russo nel 2023 ha coperto 14% import nazionale
Le importazioni dalla Russia in Italia hanno riguardato, relativamente ai frumenti, per la quasi totalità il grano duro. Il ruolo di Mosca, in passato, è stato tuttavia sempre marginale, mentre nel 2023, con arrivi per 445 mila tonnellate, la Russia è arrivata a coprire il 14% dell'import complessivo nazionale, contro il 2% del 2022 (quando erano appena 40 mila le tonnellate di grano duro importate dalla Federazione). E' la stima di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) dopo la proposta della Commissione europea di introdurre dazi maggiorati sulle importazioni di cereali, semi oleosi e prodotti agricoli derivati provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia. I grani russi, spiega Ismea, "hanno potuto beneficiare di un vantaggio competitivo rispetto ad altre provenienze (in particolare rispetto ai frumenti canadesi, statunitensi e francesi), grazie anche alla svalutazione del rublo. Va evidenziata inoltre la coincidenza temporale tra l'epoca della raccolta in Italia e l'avvio repentino delle richieste dalla Russia (e in parallelo anche dalla Turchia), in un contesto di scarsa disponibilità soprattutto di grani di origine canadese; un aspetto quest'ultimo di grande impatto, dato il ruolo di primo esportatore del Canada, a livello internazionale".

Coldiretti, stangata per Mosca da 40 mln con dazi su grano
La decisione della Ue di imporre dazi sul grano di Putin porterà alla Russia una "stangata" da oltre 40 milioni di euro all'anno di dazi aggiuntivi sulle importazioni di prodotto che entra in Italia. E' l'analisi Coldiretti dopo la formalizzazione della proposta, da parte della Commissione Ue, di introdurre tariffe maggiorate sulle importazioni di cereali, semi oleosi e prodotti derivati dalla Russia e dalla Bielorussia, tra cui grano, mais e farina di girasole. Per la confederazione, rappresenterebbe "una tutela importante per i produttori italiani colpiti dal drammatico crollo delle quotazioni causate dall'invasione selvaggia di prodotto straniero, ma al tempo stesso è fondamentale salvaguardare le imprese agricole e alimentari dalle contromisure che potrebbero arrivare dalla Russia". "Nel 2023 si è registrata un'invasione di grano duro russo per la pasta mai registrata prima della storia - spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - con quasi mezzo milione di tonnellate che sono entrate nel nostro Paese, più del 1000% in più rispetto all'anno precedente, con un effetto dirompente sui prezzi pagati agli agricoltori italiani a causa di speculazioni e concorrenza sleale". "A tale invasione si è aggiunta peraltro quello dalla Turchia, Paese spesso oggetto di triangolazioni dello stesso grano russo - conclude Coldiretti - per un totale complessivo di oltre 1 milione di tonnellate di prodotto che hanno varcato i confini nazionali e abbattuto del 60% il prezzo del grano italiano".

Confagri, con dazi su grano Ue recupera produzioni interne
Confagricoltura accoglie con favore la proposta della Commissione Ue di introdurre dazi straordinari su cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussia. Perché "si potrebbe aprire un recupero", per le produzioni europee di cereali, semi oleosi e prodotti derivati, "di 4,3 milioni di tonnellate per un controvalore di 1,3 miliardi di euro". Un effetto, quindi, sul mercato europeo "certamente tonificante e utile a fermare il crollo dei prezzi agricoli all'origine". Confagricoltura, spiega, di aver "fortemente sollecitato" questa decisione "per evitare la destabilizzazione del mercato europeo e fermare la corsa al ribasso dei prezzi. La Federazione Russa, infatti, è arrivata a controllare il 25% delle esportazioni di cereali a livello globale". "Nel periodo gennaio-novembre 2023 - ricorda la Confederazione - le sole importazioni di grano duro dalla Russia sono ammontate a 400mila tonnellate rispetto alle 32mila dello stesso periodo dell'anno precedente". Confagricoltura evidenzia che la proposta della Commissione, non essendo riferita a sanzioni ma dazi, deve essere approvata a maggioranza qualificata. La misura, dunque, oltre a tutelare gli agricoltori europei, non ostacola il movimento e la circolazione dei prodotti russi verso Paesi terzi. L'effetto sul mercato europeo dell'introduzione dei dazi straordinari sarebbe certamente tonificante e utile a fermare il crollo dei prezzi agricoli all'origine. Confagricoltura auspica quindi che il provvedimento possa essere approvato il più rapidamente possibile in sede di Consiglio.

Assalzoo, dazi su grano russo per ora nessuna ricaduta su mangimi
La decisione della Comunità europea di limitare, attraverso l'introduzione di dazi commerciali, l'importazione di grano dalla Russia non pone al momento problemi diretti sulla capacità di approvvigionamento della mangimistica italiana. A dirlo è Assalzoo, l'Associazione Nazionale Tra Produttori di Alimenti Zootecnici "Le principali direttrici di importazione del nostro Paese - spiega l'associazione - attualmente più che dalla Russia, dipendono essenzialmente dai Paesi dell'Est Europa, con l'Ucraina in testa, per gli approvvigionamenti soprattutto di mais e dai Paesi del Sud America per i semi oleosi e le farine di semi oleosi, tutte materie prime per le quali, deve essere tuttavia sottolineato, che l'Italia dipende in complesso per circa il 65% dalle importazioni per coprire le necessità di consumo interno". Tuttavia, stante questa forte dipendenza dall'estero del nostro Paese, secondo Assalzoo, "una eventuale decisione di ostacolare i flussi commerciali di cereali dalla Russia, potrebbe rappresentare comunque un elemento di destabilizzazione del mercato, in quanto ogni alterazione dell'equilibrio esistente sulle rotte commerciali può determinare di riflesso ricadute sia sulle disponibilità sia sulle quotazioni sul mercato internazionale". Un aspetto, sottolinea l'associazione, "che non può essere trascurato perché, quando vengono cambiati gli assetti relativi ai principali player del mercato mondiale, quello che oggi può essere un non problema potrebbe diventare domani un rischio sia dal punto di vista speculativo sia di reperibilità fisica della merce".

Confcooperative, dazi grano proteggono agricoltura nazionale
"Un'opportunità per proteggere il settore agricolo nazionale dall'eccessiva concorrenza di grano a basso costo e al contempo un'importante risposta all'aggressione russa in Ucraina". Così il Presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini accoglie l'introduzione dei dazi sul grano russo, ricordando che le importazioni di grano duro dalla Russia verso l'Italia, da giugno 2023 a gennaio 2024, hanno raggiunto, secondo i dati ufficiali della Commissione Europea, una quota di 404.000 tonnellate. Ecco perché, spiega Confcooperative, il provvedimento voluto dall'Europa riveste un'importanza cruciale per preservare la competitività dei produttori italiani, promuovendo una maggiore autonomia nell'approvvigionamento cerealicolo. Piccinini evidenzia anche "l'importanza di affiancare l'imposizione dei dazi con altre misure ed iniziative di sostegno agli agricoltori, quali ad esempio interventi per ridurre i costi di produzione e promuovere l'innovazione nel settore". "Abbiamo già visto - prosegue Piccinini - come la Russia utilizzi strumentalmente le proprie risorse naturali (gas petrolio e ora i cereali) per perseguire le proprie politiche. Auspichiamo che si vada verso una transizione ordinata e trasparente con un monitoraggio attento degli impatti sui mercati e sui prezzi cerealicoli, fornendo supporto e informazioni agli operatori del settore durante questo periodo di cambiamento. Siamo fermamente convinti che - conclude Piccinini - implementato correttamente, il provvedimento deciso oggi dall'Ue possa rappresentare un importante impulso per la ripresa del settore agroalimentare, contribuendo a un futuro più sicuro e sostenibile per l'Europa e per i paesi in via di sviluppo".

Divulga, nel 2023 Italia invasa da grano duro russo (+1004%)
L'Italia è stata invasa nel 2023 da un'ondata di grano duro russo (+1004%) e turco (+812%), mai registrata nella storia del nostro Paese, che ha fatto calare in maniera significativa le quotazioni del grano italiano. È quanto emerge da un'analisi pubblicata dal Centro Studi Divulga su dati Ismea sulle importazioni di grano duro fino a dicembre 2023. Secondo Divulga, nel nostro Paese lo scorso anno si è registrato un considerevole aumento (+107,6% su base tendenziale) delle importazioni di grano duro proveniente da Paesi Extra-Ue. A trainare questa crescita l'import di frumento duro proveniente appunto da Russia e Turchia, divenute rispettivamente secondo e terzo fornitore italiano, seguite dal Kazakhstan +170%. Il Canada (+47% rispetto al 2022) resta nel 2023 comunque il primo fornitore in assoluto dell'Italia coprendo il 28% delle importazioni italiane. La situazione, in base all'analisi del centro studi, è cambiata radicalmente a partire dal mese di luglio. Da quel momento, infatti, su un totale complessivo di 1,33 milioni di tonnellate di grano duro importate in Italia da Paesi Extra Ue (81% delle importazioni complessive europee), il grano duro russo e turco rappresentano insieme più del 60% delle importazioni. La forte crescita delle importazioni da questi Paesi ha determinato evidenti riflessi sulle quotazioni interne: a partire da luglio, infatti, i prezzi del grano italiano sono calati in maniera significativa. A gennaio 2024 le quotazioni hanno registrato un calo di oltre 70 euro a tonnellata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se consideriamo invece le quotazioni registrate nel mese di giugno 2022 e pari a 577 euro/tonnellata i prezzi del frumento duro nazionale hanno subito un calo di circa 190 euro a tonnellata, pari a oltre il 33%. Quanto agli arrivi dai Paesi Extra-Ue, si sono moltiplicati proprio in concomitanza della fase di raccolta del grano italiano e dell'avvio della nuova campagna di commercializzazione.

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