"Il settore agroalimentare italiano è ricco di eccellenze di cui andiamo fieri. Ma dietro l'eccellenza del made in Italy c'è la cattiva coscienza sul ruolo degli immigrati.
"Pensiamo cosa potrebbe essere questo settore - ha aggiunto Brunetta - se avessimo migrazioni regolate, inserite in percorsi di valorizzazione e processi di trasparenza. Qui dobbiamo intervenire. Servono flussi che prevedano formazione e selezione all'origine, secondo la logica della bilateralità. Una forza lavoro invisibile non è un fattore di crescita, nè civile nè economica. L'opacità non serve a nessuno".
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