"Noi non stabiliremo il prezzo minimo perchè credo che un governo debba evitare di intervenire nelle logiche di mercato in maniera così stringente. Noi facciamo un altro tipo di operazione, quella di stabilire il costo medio di produzione, cioè quanto un imprenditore agricolo spende per produrre un determinato bene, dopodichè, all'interno della filiera, le contrattazioni debbono avvenire in forma scritta e su questo c'è e ci sarà un controllo sempre più serrato che coinvolge per esempio anche i mercati ortofrutticoli.
"Si può verificare - ha spiegato Lollobrigida - che l'imprenditore agricolo abbia deciso, per ragioni soggettive e in piena libertà di impresa di vendere a un costo diverso da quello riferibile al costo medio di produzione, un'operazione del tutto regolare in termini di mercati. Se invece l'imprenditore agricolo è stato condizionato da un anello più forte della filiera a vendere a quel prezzo perché altrimenti viene escluso dal mercato o con altre forme di condizionamento, lì interviene la possibilità di sanzionare in maniera molto pesante e questa è un'altra delle cose che stiamo facendo: aumentare le sanzioni rispetto a questo dato e ovviamente rendere i controlli utili a fare prevenzione per casi analoghi". Questo dovrebbe permettere sul breve periodo "di intervenire dove emerge il campanello di allarme di un contratto in violazione o potenziale di quello che è la giusta remunerazione per l'agricoltore". "Fra 2 giorni al massimo dovrebbe essere definitivamente approvato il decreto agricoltura e quindi - ha detto Lollobrigida - auspichiamo che entro l'anno il meccanismo sia rodato".
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