Altro annoso problema sono le reti - sia irrigue che ad uso potabile - e gli invasi-colabrodo. "Numerosi Comuni italiani hanno perdite superiori al 60 per cento nelle reti acquedottistiche, ne consegue che ci vorrebbero maggiori investimenti per la realizzazione di nuove condotte."La risorsa idrica - prosegue Tortorici - deve essere innanzitutto risparmiata, tutelata e sfruttata con ulteriori e mirate opere di captazione (ed eventualmente trattenuta da opere artificiali), solo dopo avere stabilito quali aree del nostro territorio e in che misura sono le più carenti. In questi giorni si discute della possibile realizzazione di nuovi bacini, ma sono così necessarie nuove cattedrali nel deserto? Non sarebbe prima il caso di conoscere il problema in termini numerici e scientifici con realistici bilanci idrogeologici e poi risolverlo con interventi puntuali? I mancati introiti dai canoni demaniali, evasi dagli innumerevoli sfruttamenti abusivi, non potrebbero essere recuperati con azioni di 'Polizia idrica' e impiegati per contribuire alla realizzazione di nuove opere?".
È infine fondamentale per il geologo "ripartire dall'educazione di adulti e bambini, di cittadini comuni e amministratori, di un utilizzo attento della risorsa idrica e del rispetto del territorio".(ANSA).
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