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Lotta Onu a grassi e sali: Federalimentare, tassa preoccupa

Aicig, fortemente contrari,da Oms rischio Ko Dieta Mediterranea

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 19 LUG - ''Non bastano le rassicurazioni'' di un funzionario dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha definito "non corrette" le notizie relative alla possibile penalizzazione in sede Onu di prodotti alimentari tipici italiani. Così Federalimentare, in una nota, che ribadisce ''l'allarme contro tassazione e etichette discriminanti". Del resto, per l'industria alimentare italiana, ''la definizione di "cibo non salutare" dell'Oms è del tutto arbitraria. I "profili nutrizionali" non hanno alcun fondamento scientifico: nel 2016 il Parlamento Europeo li ha bocciati per ben due volte a larga maggioranza, il 12 aprile e il 7 luglio. Per "poco salutari" l'Oms intende i prodotti che hanno determinate quantità di sali, grassi e zuccheri, a prescindere dagli altri ingredienti. A farne le spese - lamenta Federalimentare - sono tutti i prodotti più tipici del made in Italy, alimenti che il mondo ci invidia''. ''A creare questo dissesto in quello che è considerato tra i più equilibrati stili di alimentazione, la Dieta Mediterranea - protesta Aicig, l'associazione che rappresenta 67 realtà consortili relative a denominazioni agroalimentari italiane - è la proposta dell'Oms volta a disincentivare i consumi di prodotti caseari, salumi ed olio''.

Aicig si dichiara ''fermamente contraria'' alla proposta Oms.

"Per avere benefici dai nostri prodotti della tradizione e alimentarsi con equilibrio - sottolinea il Presidente di Aicig Cesare Baldrighi - occorre seguire tre regole basilari, ovvero mangiare le quantità ideali per il proprio organismo in rapporto all'età, all'altezza, al lavoro svolto, poi variare la dieta e fare movimento. Se si rispettano queste tre regole, rispettiamo la nostra salute e la cultura del cibo italiano". Per Federalimentare ''l'educazione del consumatore è ben più efficace - sottolineano - della criminalizzazione di certi prodotti e le aziende italiane sono pronte a fare la propria parte attraverso la trasparenza delle etichette e un'autoregolamentazione del marketing verso i bambini che a livello europeo sta dando risultati molto importanti. Misure di distorsione del mercato come la tassazione o etichette discriminanti non fanno altro che deprimere l'economia attraverso la riduzione del gettito fiscale e dei posti di lavoro''.

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