ROMA - Addio alla vecchia fattoria in Italia dove scompaiono 1,7 milioni tra mucche, maiali, pecore e capre. Al contrario gli asini sono aumentati in dieci anni del 377%.
Dopo aver rischiato l'estinzione, questi esemplari sono oggi a quota 62 mila. Lo afferma la Coldiretti in occasione dell'inaugurazione del Villaggio contadino nella Capitale, dove è stata aperta per tutto il week end una vera e propria Arca di Noè, per scoprire animali, cibi e piante salvati dall'oblio grazie al lavoro di generazioni.
Le qualità nutrizionali del latte, la riscoperta delle proprietà cosmetiche e soprattutto il carattere mansueto, docile e amichevole sono alla base del ritorno degli asini, preziosi alleati per il reinserimento in programmi di interesse sociale ed economico, dall'onoterapia al turismo a dorso d'asino. Molte le razze locali salvate, ricorda Coldiretti, dall'asinello albino dell'Asinara, a quello dell'Amiata, al Martina Franca famoso per il suo latte usato per l'alimentazione dei bambini o per la produzione di cosmetici. Tutto questo mentre nelle stalle dal 2008 a oggi si sono persi circa 1 milione di pecore, agnelli e capre, oltre a 600 mila maiali e più di 100 mila bovini e bufale. Un addio che, precisa la Coldiretti, ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne più difficili. A rischio anche la biodiversità delle stalle dove è minacciata l'esistenza di 130 razze allevate. La Coldiretti ricorda che l'allevamento italiano è un comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35% dell'intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800 mila le persone al lavoro.
In fattoria addio alle mucche e +377% asini in 10 anni
Coldiretti, 3 giorni nell'Arca di Noè nel Villaggio contadino