Un fatto che tradisce la deriva filovenatoria, non più accettabile, di chi amministra la materia in Italia".
"I calendari venatori non hanno fatto sconti a specie come la coturnice, la tortora selvatica, la pavoncella, il tordo sassello e il moriglione, che la lista rossa dell'Iucn classifica come minacciate globalmente. Nemmeno l'allodola e la pernice bianca hanno avuto sorte migliore: due specie che soffrono di una profonda crisi dei rispettivi habitat (agricoli e di montagna), ma sulle quali insiste tuttora una pressione venatoria insostenibile".
"Nessuna o pochissime accortezze sono state assunte dagli assessorati regionali alla caccia e all'agricoltura, ai quali è oggi assegnata la competenza. Quest'ultimo è uno dei più seri problemi: la tutela della specie è affidata agli uffici "venatori" e così messa in subordine rispetto all'interesse dei cacciatori. E' tempo che l'architettura gestionale della materia venatoria sia ricondotta nell'ambito costituzionalmente e tecnicamente opportuno. A livello regionale la competenza deve passare agli Assessorati all'Ambiente, ma il ragionamento va esteso anche a livello nazionale". (ANSA).
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