(ANSA) - ROMA, 02 DIC - Clima pazzo e attacchi di patogeni
fanno crollare negli ultimi cinque anni la produzione di pere
italiane del 48%, attestandosi a 400 milioni di kg a fronte
degli oltre 770 milioni di kg nel 2017, mentre le superfici
destinate alla coltivazione diminuiscono del 15%. Sono alcuni
dei dati contenuti nel report sulla pericoltura di Cai-Consorzi
Agrari d'Italia, elaborato dal Centro Studi Divulga, presentato
in occasione di FuturPera, la fiera in programma a Ferrara fino
al 4 dicembre. L'Emilia-Romagna, regione particolarmente colpita
negli ultimi anni da gelate tardive e problemi fitosanitari, da
sola produce il 66% delle pere, seguita da Veneto (11,5%) e
Sicilia (6,7%). Gli incrementi sui prezzi al consumo delle
varietà più coltivate, come Kaiser (+36%), Abate Fetel (+31%) e
Decana del Comizio (+22%), secondo l'analisi, non compensano in
alcun modo il drastico calo della produzione che si è abbattuto
sui bilanci delle aziende agricole.
Ad aggravare la situazione è la crescita del volume delle
importazioni (+5,4%), intorno ai 90 milioni di kg e del valore
(+25,4%), che arrivano per lo più da Argentina (28%), Spagna
(24%) e Cile (16%). Nello stesso periodo, invece, le
esportazioni per il 90% in Europa calano del 39% in volume e del
30% in valore. Bene invece i consumi procapite degli italiani,
che nel 2020 tornano ad aumentare del 39%, segnala ancora
l'analis, che mette in evidenza come il frutto rappresenti il 7%
del valore della spesa media relativa al comparto, nonostante
rientri tra i prodotti maggiormente interessati dai rincari.
(ANSA).
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Clima taglia del 48% produzione di pere negli ultimi 5 anni
Cai, aumento dei prezzi non compensano calo; superfici - 15%