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Peste suina: Ispra, densità non incide su persistenza virus

La sua resistenza fa sì che malattia continui a circolare anni

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO - La comparsa del virus della Peste suina africana "è totalmente indipendente dalle densità" delle popolazioni di cinghiali. E' quanto si legge nei chiarimenti pubblicati da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). "Le popolazioni di cinghiale infette più vicine all'Italia vivono a diverse centinaia di chilometri di distanza. (nell'est europeo, ndr) - scrive Ispra - La comparsa dell'infezione nel cinghiale in Piemonte e Liguria è sicuramente dovuta all'inconsapevole introduzione del virus da parte dell'uomo".

Secondo Ispra, inoltre, "'l'elevata densità del cinghiale non ha effetti significativi sulla persistenza in natura della Peste suina africana. La notevole resistenza del virus nell'ambiente fa sì che la malattia continui a circolare per anni, anche in popolazioni di cinghiale a densità bassissime (es. circa 0,5/km2)".

Ispra ricorda, inoltre, che nella fase d'emergenza nella quale viene delimitata l'area infetta "è fortemente consigliato evitare qualsiasi attività che possa causare la dispersione degli animali sul territorio e con essa la possibile diffusione del virus, sia in modo diretto, aumentando la mobilità di eventuali cinghiali infetti, sia in modo indiretto, come effetto della contaminazione di indumenti, scarpe, materiali e veicoli.

Secondo le simulazioni effettuate, per poter rallentare significativamente la diffusione della Peste suina africana - aggiunge lspra - si dovrebbe rimuovere nel brevissimo periodo la quasi totalità della popolazione di cinghiale (circa il 90%), obiettivo irrealistico da raggiungere nella gran parte dei contesti presenti sul territorio nazionale". (ANSA).

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