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Patuanelli, non il mais a Bolgheri ma produrre di più si può

Federalimentare, da rialzo materie prime rischio Tsunami

Redazione Ansa

"Non voglio sostituire Bolgheri con il mais ma più spazio per le colture cerealicole in Italia c'è; si è persa la Sau (Superficie agricola utizzata) ma un po' si può recuperare. Sono più preoccupato dalla dinamica dei prezzi che delle quantità e degli approvvigionamenti. Ma la risposta alla Ue che ci chiede di produrre di più con minore impatto ambientale sta nell'innovazione e nelle nuove tecnologie". Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli concludendo il convegno promosso da Fidaf, Federazione italiana Dottori in Scienze agrarie e forestali insieme a Società Geografica italiana e Unasa, Accademie per le Scienze agrarie.

Nel dibattito sulla sovranità alimentare "vorrei che l'Europa - ha detto Patuanelli - fosse indipendente, mentre l'Italia deve produrre di più mantenendo alti standard qualitativi. Nel reperimento delle risorse - ha poi sottolineato il ministro - al Mipaaf abbiamo dimostrato capacità, ora dobbiamo averla nella dinamica di spesa. Ha senso concentrare le risorse e non distribuirle a pioggia e penso che la progettualità del Piano nazionale calzi bene, a partire dai capitoli sull'agrisolare e sui contratti di fliera fino alla meccanizzazione, e sia al passo coi tempi. Se il cambiamento non è facile, la risposta vincente è l'innovazione e noi dobbiamo avere la capacità di creare le infrastrutture di rete e di formare le persone alle nuove tecnologie".

Federalimentare, da rialzo materie prime rischio Tsunami
"Il rialzo dei costi delle materie prime, con le quotazioni dei cereali mediamente aumentate del 100%, è uno Tsunami per tutta l'industria italiana della trasformazione dove i cereali hanno impatto sul 70% del fatturato, dalle carni al lattiero fino alla pasta e prodotti da forno. Un aumento che ha un impatto devastante". A lanciare il grido d'allarme è il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, intervenuto al convegno promosso da Fidaf, Federazione italiana Dottori in Scienze agrarie e forestali insieme a Società Geografica italiana e Unasa, Accademie per le Scienze agrarie. "Noi siamo legati ai consumi e preoccupa molto - ha osservato il numero 1 dell'industria alimentare italiana - l'aumento costante degli acquisti al discount e quei 5-6 milioni di italiani sulla soglia della povertà. Preoccupa tutta la filiera, anche la distribuzione moderna (Gdo) sta passando un momento difficilissimo. L'industria alimentare oggi è in situazione drammatica ma ha la soddisfazione che negli ultimi dieci anni ha raddoppiato le vendite all'estero. E su questo - secondo Vacondio - abbiamo un'autostrada davanti. Ma la questione energetica sta portando un aggravio di costi insostenibili. Il credito di imposta è stata per noi una risposta - ha ammesso - ma a livello europeo serve una risposta a 27 come è stato fatto per la pandemia. Questa è una economia di guerra, e avremmo bisogno di una Gdo che valorizzi la filiera corta" ha concluso.

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