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Ismea, in recupero la produzione di olio di oliva, +20%

Prime stime ma complicano i listini molto elevati

Olio di oliva (fonte: Pixabay)

Redazione Ansa

Le olive sono molto piccole e con rese basse nelle zone dove la raccolta è appena iniziata, ma non ci sono ancora dati sufficienti per tirare le somme di un un'annata non facile per l'olio d'oliva 2023 ma che sembra recuperare in queste ultime settimane. Ismea, a partire di una prima stima della raccolta fatta secondo una ricognizione effettuata in collaborazione con Unaprol e Italia Olivicola, stima infatti, un recupero in alcune regioni chiave con una produzione in aumento del 20% rispetto allo scorso anno.

Numeri comunque al di sotto delle aspettative, che potrebbe addirittura non raggiungere i livelli medi delle quattro campagne precedenti. I primi dati, infatti, si attestano sulle 290 mila tonnellate (+20%) che rappresenta comunque il valore medio di una forbice tra le 280 mila tonnellate e le 300 mila tonnellate.

Colpa del meteo, fa sapere l'Ismea, con un inverno siccitoso parzialmente compensato dalle piogge primaverili, che però sono state troppo concentrate, provocando in molte aree danni ai fiori e difficoltà di allegagione. Anche l'estate non è stata favorevole, con il caldo torrido che nelle aree non irrigue ha causato stress agli olivi. Entrando nel dettaglio si stima una flessione oltre il 30% nelle aree del Nord; situazione analoga nel Centro-Italia, mentre al Sud e Isole si stima un aumento del 34% grazie alle buone performance attese per Puglia e Calabria, che rappresentano rispettivamente il 50% e il 13% della produzione nazionale. In Puglia, ad esempio, si stima un incremento di oltre il 50% rispetto allo scorso anno.

A rendere ancora più complesse le stime produttive sono gli alti prezzi dell'olio che potrebbero indurre, infatti, molti produttori a dirottare verso i frantoi le olive da tavola; i listini però potrebbero ridurre il fenomeno della non raccolta laddove i volumi delle olive sono tali da giustificarne i costi della raccolta.

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