La campagna di mais 2023 conferma uno stato di sofferenza del comparto che continuerà nel 2024. Nonostante il buon andamento delle rese, per la prima volta negli ultimi 160 anni, la superficie coltivata schede sotto i 500mila ettari.
"L'agricoltura rigenerativa - spiega Nicola Pecchioni, direttore del Crea Cerealicoltura e Colture Industriali - pone una rinnovata attenzione al suolo, alla sua sostanza organica, alla fertilità dei terreni e dei sistemi seminativi. Occorre più ricerca in tal senso, perché non basta il supporto alla coltivazione e alle filiere". Il mais, quindi, potrebbe rappresentare la coltura chiave per sostenere il bilancio carbonico delle aziende agricole, in quanto ha una capacità produttiva superiore a quella di tutti gli altri seminativi nazionali. In tutto questo le nuove biotecnologie consentono di ottenere varietà adatte all'agricoltura rigenerativa. I risultati del monitoraggio del contenuto di micotossine in granella condotto dalla Rete Qualità Mais coordinata dal Centro Cree di Bergamo, ha evidenziato che il 7% dei campioni ha un contenuto in aflatossine superiore ai 20 µg/kg, estremamente inferiore a quanto rilevato per la campagna maidicola 2022, nella quale il 26% dei campioni era al di sopra di tale valore.
Crea, 2024 difficile per il mais con le superfici in calo del 6%
Giornata 2024, possibile rilancio con l'agricoltura rigenerativa