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Divulga, in un anno l'Italia invasa da grano duro russo (+1164%)

Impatto sui prezzi del prodotto nazionale, giù del 15%

Redazione Ansa

 L'Italia è stata invasa nel 2023 da un'ondata di grano duro russo (+1164%) e turco (+798%), mai registrata prima, che ha fatto calare le quotazioni del prodotto nazionale del 15%. È quanto emerge da un'analisi del Centro Studi Divulga all'interno del paper "Mari in tempesta", sull'impatto delle guerre in corso sul sistema agroalimentare.
    Complessivamente le importazioni provenienti da Paesi extra-Ue lo scorso anno sono aumentare del 130%. A trainare questa crescita l'import di frumento duro proveniente appunto da Turchia e Russia divenute rispettivamente secondo e terzo fornitore italiano, seguite da Canada +83%, che resta primo fornitore e dal Kazakhstan +164%.
    La situazione, spiega Divulga, è cambiata radicalmente a partire da luglio: su un totale di 1,1 milioni di tonnellate di grano duro importate in Italia da Paesi Extra Ue (l'81% del totale europeo), il prodotto turco rappresenta il 37% mentre quello russo il 31,4%. Una crescita che ha determinato evidenti riflessi sulle quotazioni interne: a partire da luglio, infatti, i prezzi del raccolto italiano 2023 sono calate in maniera significativa. A gennaio 2024 le quotazioni registrano un calo di oltre 70 euro a tonnellata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se si considerano invece le quotazioni nel mese di giugno 2022, pari a 577 euro/tonnellata, i prezzi dl frumento duro nazionale sono calate di circa 190 euro a tonnellata, pari a oltre il 33%. Gli arrivi dai Paesi Extra-Ue si sono moltiplicati proprio in concomitanza della fase di raccolta del grano italiano e dell'avvio della nuova campagna di commercializzazione. 
   

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