Oltre mille piante di vite tagliate nella notte da ignoti. Forse un atto vandalico, forse una minaccia o una ritorsione per il proprietario dei vigneti, Luigi Stefani, noto imprenditore agricolo trentino, già assessore comunale a Mezzocorona e attuale presidente del Consorzio trentino di bonifica. L'uomo ha presentato denuncia alle forze dell'ordine. È successo in Trentino, nelle campagne tra Mezzocorona e Roveré della Luna, in località Piovi.
Complessivamente sono state recise 1.255 viti di Pinot grigio doc, in due diversi appezzamenti distanti circa duecento metri l'uno dall'altro. "Hanno preso di mira vitigni giovani, che hanno 4-5 anni di vita, utilizzando una forbice a batteria incorporata: si vede perché c'è un taglio netto", ha raccontato Stefani al quotidiano l'Adige. L'agricoltore dice che il danno, che ammonta a circa 15.000 euro, è stato causato da "qualcuno di esperto, da gente del mestiere".
In Trentino la pratica di tagliare alberi da frutto a scopo di vandalismo, danneggiamento o intimidazione viene giornalisticamente definita "roncola selvaggia". Gli episodi sono tanti. Nel 2019, ad esempio, un agricoltore di Baselga di Pinè ha denunciato ai carabinieri il taglio di diverse viti nel suo terreno coltivato con un incrocio tra Teroldego e Lagrein. Due anni prima un 55enne trentino ha rimediato una condanna ad un anno e otto mesi per danneggiamento aggravato ai danni di un agricoltore della val di Non a cui aveva tagliato quasi 200 meli dopo un contenzioso sul pagamento per alcuni lavori di bonifica. Nel 2014, sempre in val di Non, in un frutteto con circa 700 piante di mele, ne vennero tagliate, forse con una cesoia, 430. Non fa eccezione anche il vicino Alto Adige: nel 2015 - un esempio su tutti - venne preso di mira il terreno di proprietà dell'allora presidente della Cooperativa frutticoltori Eofrut di Termeno: in quel caso vennero tagliati circa 350 alberi di mele.
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