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Attese 3,5 milioni di tonnellate di grano, Italia divisa in due

Durum Days a Foggia, stime in rialzo da Canada +40% a Usa +25%

Redazione Ansa

E' divisa in due l'Italia del grano 2024: soffrono le regioni del Sud dove la produzione in Sicilia ma anche in Puglia e Basilicata è stata in parte compromessa per le condizioni climatiche. In tutte le altre aree, invece, le condizioni sono ottime e le stime risultano molto buone, dove l'unica incognita è legata al meteo delle prossime settimane che potrebbe compromettere lo stato fitosanitario della coltura. A oggi la stima nazionale dovrebbe attestarsi, secondo le previsioni del Crea, intorno alle 3,5 milioni di tonnellate, con un calo del 10-15% rispetto alla media di lungo periodo e dell''8% su base annua. È quanto emerge da una prima analisi sulle previsioni della produzione di grano duro, presentate alla Camera di Commercio di Foggia nell'ambito dell'edizione 2024 dei Durum Days, l'evento internazionale organizzato dai principali protagonisti del comparto, a poco meno di un mese dall'inizio delle operazioni di raccolta nei campi.

 L'iniziativa è organizzata e promossa da Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Fedagripesca Confcooperative, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food, con il patrocinio della Siga (Società Italiana Genetica Agraria), la collaborazione del Crea e la partecipazione tra i relatori di Areté e Icg (International Grains Council). Ad incidere in maniera significativa, oltre al clima è stata la riduzione della superficie coltivata e alle difficoltà legate alle tensioni internazionali Sul fronte mondiale, secondo gli analisti di Aretè, le previsioni di grano duro sono in rialzo nell'ordine del 10%; dopo il calo dello scorso anno questo si deve alle maggiori produzioni dei grandi paesi esportatori: Canada (+40%), Stati Uniti (+25%), Russia (+20%), Turchia (+5%). Una situazione che contribuirà a incrementare le scorte finali per valori anche superiori all'8-10%, che resteranno tuttavia lontane dalle medie di lungo periodo. Ed è proprio questo contesto a spiegare le ragioni per cui i prezzi si manterranno lontani dai picchi registrati nelle ultime campagne, pur restando a valori storicamente alti. 
   

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