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Contadini custodi di biodiversità, tra aceti, tuberi e gin

Con Coldiretti per il World farmers Markets Coalition

Redazione Ansa

Dall'aceto balsamico vietnamita fatto con la linfa di banana, al gin prodotto all'alga canadese Dulse, ai tuberi dell'Ecuador dalle proprietà antitumorali. Sono solo alcuni delle centinaia di prodotti salvati dall'estinzione grazie al lavoro dei contadini di tutti i continenti ed esposti al mercato di Campagna Amica del Circo Massimo a Roma, in occasione dell'Assemblea della World farmers Markets Coalition, l'associazione che riunisce i mercati contadini del pianeta. Un viaggio-vetrina alla scoperta della Raicilla messicana, bevanda distillata di agave, della patata danese 'tuorlo d'uovo', varietà storica quasi scomparsa; ma c'è anche il sapone al latte di capra al rosmarino e menta piperita, le noci kenyote di Lamu note per il loro valore nutrizionale e ancora la segale coltivata in Ucraina tra mille difficoltà. Prodotti che i contadini vendono nei mercati locali del mondo, preziose barriere contro l'omologazione e la banalizzazione alimentare, salvandoli allo stesso tempo dall'estinzione. Secondo la Fao su circa 6mila specie di piante coltivate per il cibo, meno di 200 contribuiscono alla produzione globale, con solo 9 rappresentano il 66% della produzione totale.

Contadini che hanno portato a Roma anche le loro storie di riscatto. E' il caso della prima filiera sociale del caffè di Maria Isabel Balbuena a Santo Domingo che ha liberato dalla miseria le donne in campo. In Kenya, Naserian ha trasformato l'azienda agricola della sua famiglia in un'attività diretta al consumatore.Tanti poi i giovani che hanno riscoperto mestieri tradizionali, come l'inglese Rich Bewley, mugnaio a Kornby M›lle in Danimarca dove si coltivano e macinano grani antichi.

 "Opportunità rese possibili grazie anche all'esperienza italiana dei mercati contadini - ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini - con la rete di Campagna Amica che si propone come modello mondiale per aiutare le economie dei Paesi più poveri, a sviluppare filiere alimentari". 
   

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