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Il caldo anticipa la vendemmia, mai così presto

Al via in Sicilia tra siccità e maltempo al Nord. Soffre anche l'olio in Puglia

Redazione Ansa

Non si era mai vendemmiato così in presto in Italia. La raccolta dell'uva ha preso il via in Sicilia con un anticipo di 10-15 giorni per effetto dei cambiamenti climatici e della siccità. "Il caldo e la mancanza di pioggia hanno accelerato la maturazione delle uve soprattutto al Sud", sottolinea la Coldiretti in occasione dell'avvio della raccolta dei primi grappoli di uve Chardonnay a Contessa Entellina, in provincia di Palermo.

"La vendemmia 2024 è probabilmente quella con le maggiori incognite degli ultimi anni - rileva Coldiretti - e il forte anticipo "spalmerà" le operazioni di raccolta nell'arco di quattro mesi, caso praticamente unico in Europa e legato alla grande biodiversità che caratterizza il Vigneto Italia che annovera 635 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi. Si parte tradizionalmente con le uve da spumanti Pinot e Chardonnay per concludersi a novembre con le uve di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale. Un percorso che offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone".

A pesare quest'anno è soprattutto il meteo in un'Italia mai così divisa in due. Al Sud, assediato dalla siccità, le viti sembrano aver resistito più delle altre colture mentre il caldo ha bloccato sul nascere il rischio peronospora, che lo scorso anno è costata al Vigneto Italia ben 11 milioni di ettolitri in meno. Con l'intesa sul riparto dei ristori raggiunta oggi in Conferenza Stato-Regioni, come annunciato dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida. La qualità delle uve nel Mezzogiorno è, stima Coldiretti, ottima.

Mentre al Nord le incognite sono legate al maltempo. Anche la raccolta delle olive potrebbe quest'anno essere giocata d'anticipo. In una campagna olearia in forte calo, come attesta il caso Puglia dove è da profondo rosso la stima Coldiretti della produzione di olive che risulterà più che dimezzata per il caldo degli ultimi mesi e la mancanza di piogge. In picchiata i volumi di olio visto che gli uliveti della regione rappresentano oltre un terzo di quelli presenti a livello nazionale. Negli ultimi giorni di aprile e fino alla prima decade di maggio, un caldo anomalo ha preoccupato gli olivicoltori, perché sfavorevole alla fisiologica mignolatura dell'olivo. E dopo un fioritura dell'olivo soddisfacente un po' ovunque le buone aspettative sono state poi tradite da un progressivo aborto dei fiori dovuto appunto all'eccessivo e duraturo caldo. Lo scenario attuale mostra un attecchimento in calo del 50% rispetto all'anno scorso. E il meteo pesa anche sui costi di produzione del vino e dell'olio.

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