Un settore che gode di buona salute, con un fatturato che segna un +4,9% in termini di volume e +4,5% in valore negli ultimi 12 mesi, e che ha già superato i 9 miliardi di euro di vendite, con un export che dal 2012 al 2023 ha raddoppiato il fatturato. Questo il bilancio del biologico in Italia che ha un target del 25% anticipato al 2027.
Un giusto prezzo, poi, "per permettere di produrre cibo sano e pulito, per garantire il reddito degli agricoltori, il rispetto dei diritti dei lavoratori e quelli della terra e che renda accessibili ai cittadini alimenti di qualità". In particolare il mondo del biologico chiede un sistema unico di certificazione, anche se affidato a più organismi privati, attraverso l'applicazione di piani di controllo standard e di tariffari uniformi, approvati dall'Autorità competente nazionale di settore e un'unica piattaforma d'interscambio delle informazioni". "Siamo in un momento cruciale per il nostro sistema agricolo e alimentare. L'obiettivo del 25% di superficie agricola biologica - commenta il presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini - è vicino e, considerando il primato che l'Italia detiene nel settore, rappresenta un'opportunità.
Possiamo andare ben oltre perché c'è la possibilità di valorizzare aree interne e attrarre giovani e donne in agricoltura. Il biologico infatti è innovazione e può trasferire pratiche sostenibili al resto dell'agricoltura che ha bisogno di guardare alla transizione ecologica". "La differenza - aggiunge - la possono fare gli agricoltori, perché sono loro che detengono i valori fondamentali dell'agricoltura biologica, come la cura della fertilità del suolo e della biodiversità".