Ogni anno in Italia vengono macellati nel periodo pasquale circa 410mila agnelli mentre la richiesta del mercato è stimata intorno agli 800mila - spiegano dal Consorzio - una differenza di circa 400mila agnelli che viene colmata con l'importazione di carne e da qualcuno spacciata come sarda per dare un valore aggiunto al prodotto. La maggior parte degli agnelli provengono da Romania e Grecia. "Il risultato è la presenza sui banchi frigo di carni di origine incerta, provenienti da allevamenti spesso sconosciuti. A differenza dei sardi certificati Igp non conosciamo i metodi di allevamento, macellazione e confezionamento", avverte il direttore del Contas Alessandro Mazzette.
"La stagionalità delle nascite nei nostri allevamenti non ci consente di soddisfare le esigenze del mercato - sottolinea il presidente Battista Cualbu - come Consorzio stiamo lavorando e investendo in ricerca per garantire il prodotto tutto l'anno garantendo una offerta costante. Le nascite degli agnelli oggi sono concentrate soprattutto nei quattro mesi che vanno da novembre a febbraio producendo un surplus di offerta dopo Natale, mentre non si garantisce il prodotto per Pasqua. Stiamo studiando forme di congelamento e sottovuoto che garantiscono la conservazione del prodotto preservando stesse qualità. Oltre alla destagionalizzazione ci consentono l'esportazione dell'agnello in nuovi e lontani mercati. Queste innovazioni sono accompagnate da tagli più piccoli e dal precotto che consente una preparazione a portata di tutti e più veloce".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it