- E' stato ratificato l'accordo di libero scambio tra Ue e Nuova Zelanda che assicura protezione ai distillati italiani di bandiera. Un mercato che diventa promettente anche per la Grappa e il Brandy italiano, sui cui i produttori potranno puntare facendo perno sull'uso esclusivo della denominazione.
"Siamo particolarmente orgogliosi di questo risuitato", commenta Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Acquaviti e Liquori di AssoDistil, che ha strettamente collaborato con le Istituzioni per raggiungerlo, "in quanto il nostro intervento ha evitato che la denominazione Grappa potesse essere utilizzata senza scadenze temporali per un distillato prodotto in Nuova Zelanda, come inizialmente previsto dalla bozza di accordo". A differenza, infatti, di altri prodotti a denominazione protetta, come il Parmigiano Reggiano, per i quali è valso il principio del 'grandfathering' per cui tali denominazioni potranno essere utilizzate senza limiti temporali da chi già le usava, per la Grappa è stato ottenuto un periodo di phasing out di 5 anni, durante il quale chi ha utilizzato continuativamente tale nome dovrà gradualmente dismetterlo, a tutto vantaggio dei produttori italiani.