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Brexit fa bene al sistema agroalimentare italiano, +35% rispetto al 2017

Uk quarto mercato per Indicazioni geografiche del made in Italy

Brexit fa bene al sistema agroalimentare italiano, +35% rispetto al 2017

Redazione Ansa

 - L'agroalimentare è la prima voce delle esportazioni italiane nel Regno Unito con 4,53 miliardi di euro nel 2023 e il comparto con la crescita più alta dell'export in valore (+35% sul 2017). Per il settore del cibo Dop Igp nazionale, il Regno Unito è il quarto mercato di destinazione, con una quota del 6% dell'export che coinvolge oltre 60 denominazioni made in Italy, in particolare formaggi (66%), prodotti a base di carne (16%) e aceti balsamici (17%). E' quanto evidenzia il report "Effetto Brexit sul settore italiano Dop Igp" , realizzato da Origin Italia in collaborazione con Fondazione Qualivita e col contributo del Ministero dell'agricoltura, a quattro anni dall'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.

Tra gli aspetti positivi l'Accordo sugli scambi e la cooperazione Ue-Uk - che garantisce benefici per i produttori italiani (zero dazi, autocertificazioni, ecc) e la protezione delle Dop Igp nel Regno Unito - oltre alla percezione di qualità e al buon posizionamento dei prodotti made in Italy nel mercato britannico. Fra gli elementi negativi l'inflazione dei prezzi alimentari che preoccupa oltre l'80% dei cittadini nel Regno Unito e le relative conseguenze sulla Gdo e la ristorazione. A questi si aggiungono nuove barriere per l'export agroalimentare dovute alla Brexit, con aumento di costi e di tempi legati alla maggiore burocrazia, come evidenziato dal 75% delle aziende Dop Igp italiane.

Per Mauro Rosati, direttore di Origin Italia "la ricerca dimostra la forza del nostro settore agroalimentare che, anche grazie al contributo del cibo e vino italiani Dop Igp, ha visto crescere il valore dell'export verso il Regno Unito, mentre le importazioni dall'Uk sono crollate. Nonostante le difficoltà causate dalla Brexit, il posizionamento del cibo made in Italy rimane una leva di forza nel mercato britannico".

Un quadro complesso e con varie incertezze che tuttavia non sembra intaccare la fiducia del sistema italiano, con l'86% delle aziende e dei Consorzi della Dop economy che prevede investimenti per mantenere o accrescere le quote di mercato. "La politica di promozione messa in atto in questi anni dall'Ue ha raggiunto con successo i suoi obiettivi iniziali, rafforzando in modo significativo la competitività dei prodotti IG tanto da farli diventare un modello internazionale - precisa il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi - per questo chiediamo che la politica continui a sostenere proporzionalmente tutti i settori e le pratiche agricole sostenibili al fine di proseguire nella crescita della competitività dei nostri prodotti Dop Igp sul mercato unico". (ANSA).
 

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