(ANSA) - NAPOLI, 10 DIC - (di Mariano del Preite)
Compie otto anni una delle 'scommesse' gastronomiche vinte nel
centro di Napoli ben prima dell'esplosione del boom turistico
post-covid. Forte di un menu saldamente ancorato alla
tradizione, e soprattutto di una cucina realizzata con passione
e cura per i dettagli, la Trattoria Nannì - via Tommaso Senise
2-3-4, a pochi passi da via Toledo - ha saputo conquistare non
solo un pubblico di clienti ormai affezionati, ma grazie al
passaparola è diventata anche meta di vacanzieri italiani e
stranieri alla ricerca di autenticità e vocazione del
territorio.
Nel 2015 lo chef Francesco De Pompeis, dopo varie esperienze
in Italia e all'estero, decide di aprire un locale dove proporre
la sua versione della cucina napoletana. La Trattoria è a
gestione assolutamente familiare: ai fornelli collabora con
creatività il figlio del patron, Vincenzo, la gestione della
sala è nelle mani cordiali ed efficienti dell'altro figlio Gino,
e ad aiutare tutti c'è la signora Dora, moglie dello chef e
mamma di Gino e Vincenzo. Ne nasce un team molto apprezzato
dagli avventori, e così nel giro di poco tempo Nannì riempie i
propri tavoli a pranzo e a cena, rendendo consigliabile la
prenotazione (www.trattoriananni.eu, 081.19252501).
Il lockdown e le successive restrizioni legate alla pandemia
rappresentano un duro colpo per tutte le attività commerciali, e
ovviamente sono quelle mediopiccole a pagare le conseguenze
maggiori. Ma i De Pompeis resistono, e appena è possibile
riprendono l'attività e ritrovano gli aficionados, fino alle
esplosioni di presenze nella Napoli felicemente invasa da
persone di tutto il mondo, propiziate dalle quattro stelle e
mezza su cinque con cui i clienti recensiscono la trattoria, sia
su TripAdvisor che su The Fork.
L'ambiente è accogliente, la cantina ben fornita (focus
ovviamente sulle etichette campane, con un ricarico non
eccessivo), a tavola si può puntare con ottimi risultati sia sul
menu di terra che su quello di mare, nei quali si trovano piatti
fissi/ricorrenti e specialità stagionali, con pasta e dolci
fatti esclusivamente in casa. Gino illustra le proposte del
giorno, ascoltatelo e non perdete l'assaggio di tre pilastri
della cucina made in Naples: gli ziti alla genovese, la pasta e
patate con la provola e sua maestà 'o rraù', il ragù. Tra la
cremosità della genovese, dove nessun ingrediente predomina
sugli altri e la dolcezza della cipolla rivaleggia con la
morbidezza dei bocconcini di carne stracotta; l'amalgama della
fonduta di provola con la fragranza delle patate; la vellutata
carezza al palato del sapiente ragù tradizionale, che riesce ad
essere saporito e insieme delicato, rendono la scelta quanto mai
ardua. Se ci si muove sul versante di terra, l'esperienza può
proseguire con le gustose polpette, la saporita braciola o la
sontuosa parmigiana di melenzane. E come contorno, da assaggiare
le saporite scarole alla napoletana.
Se invece si è scelta la cucina di mare, a parte gli
ottimamente cucinati primi con vongole o alla pescatora, lo chef
propone spesso variazioni sul tema, come gli scialatielli con
gamberi e zucchine oppure con seppie e pomodorini o le cortecce
zucchine e cozze. Per il secondo c'è ancora l'imbarazzo della
scelta: dal baccalà, declinato in più modi dal classico alla
moderna 'oliocottura', al pescato freschissimo all'insalata di
mare. Da provare assolutamente la frittura di paranza: raro
trovarne altre così gustose, croccanti e asciutte.
Di volta in volta c'è spazio anche per l'innovazione: i
ravioli con crema di pistacchio, ricotta e scaglie di provolone
del Monaco dop; la frittatina di pasta aglio e olio con
impanatura di frutta secca, noci, mandorle e pistacchio; il
maialino cotto per oltre trenta ore a bassa temperatura, un
trionfo di scioglievole morbidezza accompagnato dalla riduzione
in salsa delle verdure che lo hanno insaporito.
Degna conclusione con i dolci: lo chef prepara babà,
crostatina con fragole, cassata siciliana tradizionale o
infornata e tante altre specialità fatte in casa. Chi scrive
consiglia la sbriciolata: sontuosa crema di ricotta con gocce di
cioccolato su un letto di pasta frolla. E a conclusione, perché
non assaggiare la fragranza del limoncello di Nannì a bassa
temperatura?
Il conto è all'insegna del giusto rapporto tra prezzo e
qualità, il servizio veloce e cortese senza mai essere
invadente. Una ristorazione insieme classica e moderna, che fa
rivivere i segreti della cucina di una volta - soprattutto nella
scelta degli ingredienti e nelle lavorazioni accurate - per chi
voglia provare (o ritrovare) un piacere senza tempo. (ANSA).
Nannì, la tradizione senza tempo della cucina napoletana
Compie otto anni la trattoria della famiglia De Pompeis