(ANSA) - NAPOLI, 17 GEN - "Il dato diffuso oggi da Coldiretti
secondo cui il simbolo della tavola nazionale è la pizza per
l'89% per cento degli italiani, pone ancora una volta sugli
altari non solo questa tipicità partenopea, unitamente all'arte
del pizzaiuolo già riconosciuta patrimonio Unesco, ma l'intera
filiera agroalimentare campana". Così, in una nota, il
presidente e il direttore generale di Coldiretti Campania,
Ettore Bellelli e Salvatore Loffreda nella giornata mondiale del
pizzaiolo.
"La pizza - sottolineano ancora Bellelli e Loffreda - viene
percepita come un piatto della famiglia, anche grazie al sapore
che deriva dagli ingredienti che l'hanno resa famosa in tutto il
mondo, sulla scia di quella tipicità e della territorialità che
prodotti di alta qualità presenti in Campania possono conferire.
Parliamo del pomodoro San Marzano, dei pomodorini vesuviani,
dell'olio d'oliva derivante da straordinarie cultivar autoctone,
della mozzarella di bufala campana, del fior di latte, e di
tantissimi prodotti a chilometro zero. Per questo motivo la
pizza parla al mondo di Napoli e della Campania e rappresenta la
forza della tradizione che prosegue nel corso del tempo".
Proprio nel Pizza Day, Coldiretti ha preso parte oggi, con
proprie aziende agricole, al tradizionale rito che si svolge a
Sant'Antonio Abate promosso dal Comune. "Ci fa piacere ricordare
- concludono Bellelli e Loffreda - che la festa del pizzaiuolo è
anche concomitante con il tradizionale 'cippo' che benedice le
professioni che hanno a che fare con il fuoco, accomunando in un
certo senso i fornai con i Vigili del fuoco, ma anche la data
della tradizionale benedizione di Sant'Antonio Abate, che è
conosciuto come patrono degli animali. Per questo motivo non
abbiamo fatto mancare la nostra presenza nella città a lui
dedicata. In Campania - hanno ricordato - abbiamo una grande
consistenza degli allevamenti con 147.542 capi bovini, 304.578
capi bufalini, 165.575 ovicaprini e 83.602 suini". (ANSA).
Coldiretti Campania, pizza è motore filiera agroalimentare
Bellelli e Loffreda, i dati confermano i valori del territorio