Regioni

Dal rigatone allo spaghettone, storia di 40 anni sul lungomare

A Napoli 'Rosolino' festeggia con tradizione e rivisitazioni

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 22 NOV - Maradona, Ornella Vanoni, Peppino Di Capri, calciatori, politici, magistrati: tanti personaggi hanno cenato da Antonio Rosolino, che festeggia 40 anni di storia del ristorante sul Lungomare di Napoli, e 55 anni di carriera. Tutti chiedevano il "rigatone rosolino", è stato ricordato in un incontro con i giornalisti, cavallo di battaglia dello chef Luigi Napolitano che oggi come allora lavora nelle cucine del locale e che ha creato un piatto in stile anni Ottanta, preparato con pomodorini, melanzane, prosciutto cotto e parmigiano. Con lui, da 12 anni c'è lo chef Stefano Iermano, lavorano in sinergia e adesso in tanti vogliono lo "spaghettone rosolino", cucinato con aglio, olio, gamberi rossi e tarallo sbriciolato.
    La storia: nel 1985 Antonio apre il ristorante "Rosolino" e lancia in città le "cene spettacolo", riproposte oggi, nel fine settimana, dalle figlie Astrid e Monica, che da oltre 15 anni lavorano nel mondo della ristorazione. Tanti volti noti dell'epoca cenano e ballano da Rosolino e al piano bar si esibiscono Franco Califano, Sergio Endrigo, Georges Moustaki, Wes e altri. "Comincio la mia attività nel '68 e apro l'Anthony Club in stile Trocadero parigino - racconta Antonio Rosolino - ed è subito un successo, che continua per molti anni; tutta la Napoli che conta anima il locale. Arriviamo al 1985, una cena spettacolo costa 28mila lire e il lunedì c'è sempre a cena Diego Armando Maradona con i calciatori del Napoli. Hanno con noi una sorta di contratto da 100 cene. A pranzo si possono incontrare: giornalisti, i grandi politici dell'epoca, medici che partecipano ai congressi, che si svolgono nei grandi alberghi sul lungomare; la sera: cantanti, attori, figure di spicco della movida. Sono gli anni Ottanta che vedono protagonista la borghesia, che mangia con gusto e ama divertirsi. Tutto si cucina davanti al cliente, e non manca il grande buffet con i contorni della cucina partenopea, dove ci si serve da soli.
    Oggi, con entusiasmo, sono ancora qui, con le mie figlie e le nuove generazioni di avventori".
    Il menù à la carte dell'epoca è ricco, spiccano piatti di pesce e di carne, i primi della tradizione che ci sono ancora oggi, i sufflè, i secondi, lo chateaubriand, i dolci della pasticceria italiana. Oggi il menù richiama la tradizione, ma non mancano rivisitazioni. In carta ci sono sempre risotto alla pescatora, spaghetti a vongole, tonno, salmone, fritture di terra e di mare, baccalà e il pesce che viene spinato a tavola.
    E poi la genovese, la pasta e patate, la parmigiana, pietanze preparate con le antiche ricette. Nel menù ideato dagli chef Napolitano e Iermano, tartare di ricciola, polpo croccante affumicato, frittura "acqua salata", linguine con le cozze, zitone alla genovese sbagliato, pescato del giorno e dolci fatti in casa, tiramisù, crema di pastiera con crumble agli agrumi e parte croccante di sfogliatella, lingotto al cioccolato. Nel fine settimana, con il ristorante si anima anche il club.
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it