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In aumento domanda di vini del Lazio, "pienone" hotel traina

Gelasio Gaetani, Vigneto Roma ha ancora tanta storia da dare

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 11 OTT - Ultimamente sta aumentando la domanda dei vini del Lazio, sia da parte di privati che nel canale ho.re.ca, e il pienone di turisti negli hotel della Capitale, dove sempre più ospiti si fermano a mangiare, favorisce la richiesta di vini di territorio, insieme all'enoturismo come ad esempio le "Esperienze in bottiglia", visite alle cantine locali, promosse dalla storica enoteca di Trastevere "Bernabei dal 1933". E quanto emerso al settimo Lumen talks su tutto ciò che è importante per Roma, promosso dal St Regis Rome, diretto da Giuseppe De Martino, ieri era a tema vino. "Roma si salverà - ha detto Sabrina Alfonsi, assessore Ambiente e Agricoltura di Roma Capitale - se saprà valorizzare i suoi due terzi di territorio che sono verdi e l'agricoltura è una potenzialità. In termini di promozione l'olio Igp viene già venduto in belle lattine anche nei musei, così i turisti possono tornare a casa con l'oro verde della Capitale. Per il vino è finita l'epoca del "vinello" da osteria e Roma è un brand sempre più legato alla qualità. Peraltro la Capitale è tornata a far parte sia dell'associazione Città del Vino che Città dell'Olio; tante le attività promosse dalle Donne del Vino del Lazio e l'amministrazione sta cercando di far fare qualità lungo tutta la filiera". Per Giulio Senni, Ad cantina Principe Pallavicini "è una grandissima opportunità la Doc Roma, città dove si è sempre fatto vino. Tuttavia oggi una azienda vinicola ha margini molti bassi, la peronospera quest'anno ha creato problemi drammatici, il valore patrimoniale dei terreni è ancora basso rispetto ad altre regioni. Ciononostante andiamo avanti con passione, chiedendo ai ristoratori di proporre più vini del Lazio, e alle istituzioni più servizi per far fare un salto di qualità all'enoturismo". Secondo Filippo Antonelli, Ad di Cantine Torre in Pietra, "in etichetta solo il nome geografico, che sia Roma Doc oppure Venezia Doc, non basta. Una delle cose più cercate dagli enoappassionati Usa è il vitigno, l'elemento varietale. Nel frattempo finora i produttori di vini rossi del Lazio sono andati un po' in ordine sparso e con stili produttivi non riconducibili a uno stile riconoscibile quale Roma Doc, mentre sarebbe utile introdurre il Cesanese, che già fa parte della Igt Lazio, anche nella denominazione Roma". In Italia, ha ricordato il direttore generale di Agrocamera Carlo Hausmann, abbiamo 800 marchi del vino, alcuni desueti e non rivendicati anche nel Lazio. "La Doc Roma - sostiene Hausmann - va utilizzata come gradino per fare il salto di qualità. E per raccontare questa millenaria storia di produzione enologica uscirà entro l'anno una nuova edizione di Roma Caput Vini, un libro che potrà coadiuvare albergatori e ristoratori nel raccontare un patrimonio unico del territorio". "Il vino nel Lazio - ha sottolineato Gelasio Gaetani d'Aragona Lovatelli - è nato prima ancora di Roma, c'era già con gli Etruschi. E ha ancora tanta storia da dare. Non mancano infatti vini di pregio, ma all'estero sono perlopiù sconosciuti. Nella Doc Roma ancora tanti stili diversi, lavorare nell'unità può aiutare la riconoscibilità". (ANSA).
   

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