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Dalla Gallura una verticale del Vermentino delle Tenute Gregu

Le annate 2014, 2019, 2020 e 2021 abbinate ai piatti di Canzian

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 02 LUG - Siamo nella Costa Dorata della Sardegna e la famiglia Gregu coltiva questa terra da generazioni. Ma negli anni 2000 cambia qualcosa: Raffaele e Federico sono l'ultima generazione della famiglia, vogliono far conoscere a tutto il mondo l'amata Isola attraverso il vino. Ma non un vino qualsiasi, qui siamo in Gallura, un terroir unico, una sinergia tra influenze marine che si insinuano in una fitta e caratteristica macchia mediterranea. La parte più interna è invece caratterizzata da boschi di querce, sughere e olivastri. Nel 2011 Antioco Gregu con i figli Raffaele e Federico acquista 50 ettari nelle campagne di Calangianus, su un terreno da disfacimento granitico a 500 metri sul livello del mare.
    Nel 2014 si imbottiglia la prima annata, Antioco e i due figli si dividono nella gestione dei trenta ettari di vigneto; il padre si occupa della parte vitivinicola, aiutato dal figlio minore Federico, mentre il maggiore, Raffaele, si occupa della gestione in cantina e del commerciale. Le varietà coltivate dall'azienda sono per la maggior parte autoctone: Vermentino, Cannonau e Muristellu (Bovale Sardo) e anche i vitigni internazionali di Syrah e Merlot.
    A Milano, abbinata alla cunica di Daniel Canzian, i fratelli Gregu hanno proposto una verticale del loro Selenu Vermentino di Gallura Docg superiore: 2014, 2019, 2020 e 2021. Dalla comparazione si notano alcune analogie. Ad esempio le annate 2014 e 2019 sono state due annate asciutte e calde fino al momento della raccolta, con forti escursioni termiche a partire dalla seconda metà di agosto che hanno permesso il formarsi della rugiada durante la notte sulle foglie fino alle prime ore del mattino. Questa rugiada viene prontamente asciugata dal vento mantenendo le uve in un perfetto stato sanitario e qualitativo, le piante assorbono mediante le foglie la rugiada durante la notte il che porta ad avere una lunga e lenta concentrazione delle sostanze ma una perfetta maturazione fenolica. Al verificarsi di queste condizioni solitamente l'epoca di vendemmia è metà ottobre. Le annate 2020 e 2021 sono state caratterizzate da una stagione torrida fino a fine settembre per poi avere delle piogge ai primi di ottobre che hanno permesso il formarsi della Botrytis cinerea. Tutto nasce nell'annata 2020 nella quale la stagione è stata talmente torrida che le piante in stress sono andate in protezione ed hanno bloccato la maturazione del grappolo. Ai primi di ottobre sono arrivate le piogge che hanno alleviato lo stress delle piante ma hanno diluito tutte le sostanze presenti all'interno degli acini aumentando il rischio di problematiche sanitarie sulle uve.
    "Come sempre viene in aiuto la natura - hanno spiegato i Gregu - che grazie al maestrale ha asciugato le vigne pur lasciando i grappoli leggermente umidi, il ché ha favorito il formarsi della Botrytis. Grazie alla Botrytis siamo riusciti a concentrare le sostante e portare le uve al grado di maturazione che desideravamo. La stessa cosa ma con qualche piccola differenza è successa nell'annata 2021, abbiamo avuto un clima più torrido e meno piogge prima della raccolta, infatti la presenza della Botrytis è stata leggermente inferiore rispetto al 2020". (ANSA).
   

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