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Locali a Milano, la nuova mappa: 6000 ritoranti e quasi 5000 bar

I dati dell'indagine di CGA by NielsenIQ

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 19 DIC - A Milano sono in attività 4.963 bar e circa 6. 000 ristoranti, dei quali il 50% serve cucina italiana, per un totale di 12.418 locali. Per quanto riguarda l'ospitalità nel centro città l'81% delle strutture sono alberghi e il restante 19% bed & breakfast. Sono i dati emersi dall'indagine CGA by NielsenIQ (NIQ), principale società di consulenza per la misurazione, l'analisi e la ricerca nel settore "On Premise". Una ricerca che fotografa il panorama della consumazione fuori casa nella città di Milano, fornendo un dettaglio anche su Roma, Torino e Firenze. Nello specifico, l'analisi realizzata attraverso i dati della Guida Horeca (Outlet Index) di CGA by NIQ, in collaborazione con Jakala, delinea un'anagrafica di tutti i punti di consumo presenti sui territori cittadini.
    Tra i 4963 bar di Milano, il 50% è specializzato nella prima colazione, il 27% si occupa principalmente del pranzo, il 16% del dopo cena, mentre il 7% si focalizza sull'offerta di aperitivi. A livello di collocazione geografica, la Guida rileva che il 42% dei bar si trova in aree periferiche, il 35% in zone semicentrali mentre il 20% si trova nel centro città.
    Secondo i dati, la tradizione culinaria nazionale occupa un posto speciale nel cuore dei milanesi, con la metà dei 6000 ristoranti che sono specializzati nella cucina italiana.
    Inoltre, il 2% offre esperienze culinarie di livello premium, per consumatori che desiderano sperimentare percorsi gastronomici di qualità. Tra le strutture ricettive, il 2,5% degli hotel è di fascia alta o offre un'esperienza di lusso e, tra questi, 2 su 3 sono situati in centro. "Milano è una città in cui l'eccellenza del Food&Beverage incontra l'ospitalità - commenta Daniela Cardaciotto, On Premise Sales Leader Italia di CGA by NIQ -. Attraverso la Guida Horeca (Outlet Index) è possibile scoprire in dettaglio tutto il potenziale e conoscere i diversi punti di consumo a livello iper-locale offrendo un valore aggiunto agli operatori del settore, che possono così indirizzare al meglio le proprie strategie". (ANSA).
   

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