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Consorzio tutela Vini Piceni-ministro, il tema Montepulciano

Capecci, importante far conoscere la composizione di Doc e Docg

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 29 MAR - Il Consorzio di Tutela Vini Piceni, nato nel 2002 per valorizzare la produzione enologica del Piceno, oggi vanta 56 soci, tra aziende agricole e cantine Picene, per un totale di circa 700 viticoltori; vanta il Docg più diffuso delle Marche, l'Offida, nelle tipologie Pecorino, Passerina e Rosso; ma anche tre vini Doc: il Rosso Piceno (anche nella tipologia Superiore), il rosso più prodotto nella regione, il Falerio (anche Pecorino) ed il Terre di Offida nelle versioni Passerina Spumante e Passito. Nel 2023 sono state circa 7,5 milioni le bottiglie prodotte. Questi i numeri del Consorzio il cui presidente, Simone Capecci ha incontrato nei giorni scorsi il Ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, in occasione della vista di quest'ultimo ad Ascoli Piceno.
    Durante il breve incontro, fa sapere il Consorzio, al ministro è stata ricordata "l'annosa questione dell'indicazione del vitigno 'Montepulciano'". "I produttori delle nostre denominazioni di origine, in particolare nel Rosso Piceno dop, il rosso più diffuso delle Marche, e nell'Offida Rosso docg, tutelati da questo Consorzio, - ha detto Capecci - devono poter avere l'opportunità di far conoscere realmente la composizione ampelografia delle nostre denominazioni di origine. Riteniamo paradossale che all'atto della descrizione dei vitigni che sono alla base dei nostri disciplinari, dove il Montepulciano può arrivare fino all'85%, dovremmo glissare come generico vitigno a bacca rossa". "Tra l'altro - ha aggiunto - la norma ammetterebbe solo una descrizione generica, in maniera discorsiva e senza evidenziazioni di carattere e non campeggerebbe di fianco al nome della denominazione" Per il Consorzio "la possibilità di ravvisare concorrenze o confusione è praticamente azzerata e - ha sottolineato Capecci - il tentativo dell'utilizzo del sinonimo Cordisco, di cui non si rileva traccia nei nostri disciplinari, alimentando in questo caso solo confusione, appare solo un mortificante palliativo".
    Il Consorzio vini piceni ha ricordato al ministro che il termine "Montepulciano" in etichetta andrebbe solamente a rendere più completa la descrizione delle denominazioni coinvolte, Offida Rosso docg e Rosso Piceno dop, le cui immagini sono comunque note per caratteristiche e peculiarità proprie, legate al territorio di origine, da cui proviene oltre il 50 % della produzione vitivinicola regionale. (ANSA).
   

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