(di Maria Grazia Marilotti)
(ANSA) - ORISTANO, 29 MAR - La prima Doc sarda compie 50
anni. E' la Vernaccia di Oristano, primo vino nell'Isola a
ottenere, nel 1971, la prestigiosa denominazione.
A farsi portavoce di questa rinascita è l'Ecomuseo della
Vernaccia, associazione culturale fondata tre anni fa da Davide
Orro, dell'omonima cantina di Tramatza, per tutelare e
rilanciare questo tesoro delle vigne della vallata del Tirso
facendo fronte comune con un progetto di rete aperto a tutte le
aziende dell'Oristanese, terra di elezione di questo prodotto
legato al territorio, alla cultura e ai suoi riti come la
Sartiglia. Un unicum nel mondo, ma che fatica a imporsi sui
mercati. Solo circa 300 sono gli ettari coltivati, sette le
aziende che producono la Vernaccia. Una tipologia apprezzata da
enologi in tutto il mondo per le proprietà organolettiche, il
suo carattere eclettico, gli aromi sprigionati grazie ad un
originale metodo di maturazione: il vino riposa in botti di
legno scolme per favorirne la formazione del lievito Flor in
superficie.
L'obiettivo dell' Ecomuseo - spiega Mauro Contini,
responsabile produttivo dell'omonima cantina - è rispettare la
tradizione produttiva con un occhio attento alle nuove
vinificazioni, per renderlo più versatile e contemporaneo". La
vernaccia sta entrando sempre più nel mondo della ristorazione e
della miscelazione, come suggerito da Andrea Balleri, brand
ambassador della cantina di Cabras. "Le aziende che producono
Vernaccia sono oggi in mano a giovani laureati e specializzati,
il settore si sta svecchiando - sottolinea Roberto Puggioni,
enologo della cantina sociale - pur sempre con grandissimo
rispetto per la tradizione". Sono tante le iniziative portate
avanti dall'Ecomuseo per promuovere l'unicità del vitigno, del
territorio e dell'intera filiera.
Una visita a casa Enna, sede dell'Ecomuseo multimediale a
Tramatza, consente un'immersione nel mondo della Vernaccia
attraverso esposizioni di oggetti e reperti, una biblioteca a
tema, visite immersive per cogliere la bellezza dei paesaggi e
le fasi della raccolta e lavorazione delle uve, attraverso
l'utilizzo dei visori tridimensionali. Importante è poi
l'attività con le scuole, i tour in cantina e in vigna. "La
formazione dei soci con l'obiettivo di affinare la capacità di
raccontare il prodotto e interagire con i mercati internazionali
e i turisti è fondamentale", dice Fabrizio Abis, responsabile
del tavolo enogastronomico dell'Ecomuseo. Su questo gioiello
dell'enologia mondiale l'Ecomuseo sta investendo tempo, lavoro,
passione". "Ora andiamo avanti - assicura Davide Orro - siamo
pronti per il riconoscimento come museo. Siamo al servizio di
questo prezioso e raro vitigno e abbiamo il dovere di
preservarlo". (ANSA).
>ANSA-FOCUS/Vernaccia, i 50 anni della prima Doc sarda
L'Ecomuseo si fa portavoce del suo rilancio