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A Palazzo Boyl un ristorante gourmet per una cucina raffinata

Nella residenza storica di Cagliari apre ''Gli Uffici'

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 21 MAR - Una residenza storica nel quartiere cagliaritano di Castello rinasce a nuova vita. I lavori di restauro di Palazzo Boyl, a due passi dal Bastione di Saint Remy, hanno restituito un gioiello architettonico che si apre alla città e diventa meta per buongustai. E a breve anche una residenza con poche suite. Ha un nome che richiama la vita vissuta all'interno dello storico edificio, 'Gli Uffici', nuovo ristorante che impreziosisce l'offerta di una cucina raffinata e ricercata a Cagliari.
    "Si accede dal Caffè de Candia con le sue ampie vetrate", spiega il titolare Florian Küster. Il menù, degustazione o alla carta, cambia a ogni stagione. Tommaso Sanguedolce, executive chef originario di Andria, in Puglia, propone una cucina regionale italiana, di ottima fattura, da gustare tra le atmosfere d'antan in stile neoclassico. I suoi piatti site specific, sono una dichiarazione d'amore per il bello e buono che c'è in Sardegna, in un itinerario dalle coste agli entroterra, alle città. Affascinato dalla pompia, agrume di Siniscola, lo chief lo accosta all'ostrica e salicornia per apporre un sigillo di garanzia e bontà agli spaghetti. Nel suo dentice sfuma la vernaccia. Il pane fratau lo serve al cucchiaino dentro il guscio d'uovo e lo insaporisce con gli ingredienti tipici della ricetta, per un benvenuto che incuriosisce e offre nuove sensazioni. Nel gelato alle 5 erbe si sente la freschezza delle fragranze sarde e mediterranee.
    Nei suoi piatti c'è la ricerca, la competenza, acquisita all'Alma e nelle cucine del tristellato Georges Blanc in Francia, uno su tanti. Ma anche la passione di uno chef che a 10 anni era un tuttofare in un bar e a 16 anni ha portato a casa la sua prima busta paga. Una cucina raffinata, attenta al territorio e anti spreco. Da assaporare in uno scenario reso raffinato dal design firmato da Marco Ciuli, studiato per conservare fascino, memoria del passato e identità del palazzo costruito nel 1840, appartenuto ai baroni Rossi e poi divenuto di proprietà dei conti Tomassini Barbarossa.
    Ai cagliaritani è noto per le tre palle di cannone spostate simbolicamente nella sua facciata per ricordare l'attacco francese del 1793. "Boiserie, tavoli, sedie e lampadari, come i divani e le tende in velluto, tutto è stato disegnato su misura per integrarsi ad un'immobile dell'800 - racconta Ciuli - Il pavimento veneziano dei bagni e il loro gioco di cornici e capitelli si armonizzano con i solai in castagno, le arcate in pietra e gli affreschi originali ricreando l'atmosfera di un tempo ma adattata al gusto contemporaneo". Il giallo ocra di tende e velluti svecchia l'ambiente dove dominano i toni del grigio tortora e testa di moro. A breve si potrà cenare o sorseggiare un drink in terrazza, sulle balconate che si affacciano sulla città e sul golfo, offrendo spettacolari tramonti e arricchite da quattro sculture in marmo, le quattro stagioni.
    "Si ergono custodi del palazzo che conserva le rovine della trecentesca Torre pisana dell'Aquila, costruita da Capula, semidistrutta dopo i bombardamenti degli inglesi nel 1708 e degli spagnoli nel 1717", spiega Elisabetta Lobina, l'architetto militare che ha seguito i lavori di restauro del palazzo, bene tutelato dalla Soprintendenza. (ANSA).
   

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