(di Maria Grazia Marilotti)
(ANSA) - CAGLIARI, 06 AGO - Salse, composte e creme sono i
colori della sua tavolozza. Come la confettura di fichi
accostata al fois gras di anatra, o come il verde intenso delle
alghe cinesi nascoste dentro il raviolo di capasanta.
Il menu è un'antologia di suoi storici 'piatti firma' di
marca piemontese, come le sue origini: tartufo bianco d'Alba,
risotti, pasta fresca ripiena, vitello tonnato. In una riuscita
integrazione con i sapori di Sardegna. Chef Renato imprime il
colore anche nella stracciatella di burrata, gamberi rossi crudi
e caviale di lompo rosso. Nel nero degli spaghetti di seppia o
nel gelato alla senape al cucchiaio che accompagna la proposta
osè: tartare di pecora, dal gusto inatteso e squisito, omaggio
alla Sardegna come la creme brulèe alla pardula.
In un cartello annuncia: "Sono in grado di conversare in
quattro lingue, inglese, francese, tedesco, spagnolo e un
pochino sciu chistionai su sardu (so parlare il sardo)". Ogni
piatto esprime un personalissimo stile definito e affinato tra
le cucine d'Italia, d'Europa e anche d'Oltreoceano. La
raffinatezza e la ricercatezza del prodotto si tocca con mano
coi primi. I ravioli ripieni di ricotta e asparagi, il plin al
ragù di coniglio, fino al trionfo dei colori del mare con gli
spaghetti alla crudaiola e tartufo nero.
Un originale tocco di classe anche nel vitello tonnato cotto
a bassa temperatura, con le sfumature rosa delle sottilissime e
tenere fette di carne non sovrastate dallo strato di salsa o
nella sua interpretazione dell'astice alla catalana. I consigli
dell'ottimo Gabriele Rolesu, fresco del terzo corso di
sommelier, fanno il resto. Per concludere, la prova d'autore,
quella dal vivo: una crepe flambé preparata davanti al cliente.
A 10 anni Renato Bacchetta è già al lavoro, addetto alla
consegna del latte per 500 lire a settimana. A 11 entra nella
ristorazione: uno stipendio da 5.000 lire per 15 ore di lavoro
al giorno. Da allora ne ha fatta di strada, ha messo a frutto la
stoffa del cuoco d'alta cucina e un'attitudine a fare il meglio
in ogni dettaglio. Dalla scelta della materia prima alla tecnica
per cesellare le sue creazioni culinarie originali o
reinterpretate con classe, inventiva, personalità.
Dal Pittore si respira un'atmosfera informale e chic, resa
familiare dalla professionalità di Immacolata Congiu, la
restaurant manager che accoglie gli ospiti in sala con il suo
calore e professionalità. Quadri alle pareti, cavalletto,
pennelli e tavolozza come complementi d'arredo sono un omaggio
al precedente ristorante la Taverna del Pittore, ad Arona, in
Piemonte, gestita per 40 anni da Bacchetta e per 11 anni di
seguito stella Michelin.
A 16 anni, spinto dalla sua passione, lo chef è in Germania
per arricchire le sue esperienze, tra le quali l'apertura, con
suo fratello Natale, di un jazz club a Bilbao, che ha ospitato
artisti del calibro di Bill Coleman e Lou Bennett. Si è
costruito un curriculum costellato di sacrifici, una precoce
intraprendenza e tanti riconoscimenti. Un viaggio iniziato tanti
anni fa e che adesso prosegue in Sardegna. (ANSA).
Dal Pittore, le mille sfumature della cucina sardo-piemontese
Convince il menu 'tavolozza' dello chef Renato Bacchetta