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Da oggi Fontina Dop in 3 diverse tipologie formaggio di montagna

Alpeggio e Lunga stagionatura affiancano prodotto tradizionale

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 26 SET - Da oggi il consumatore potrà scegliere tra tre diverse tipologie di Fontina Dop, pur rimanendo invariate le caratteristiche tipiche della specialità casearia di montagna ovvero il ciclo di produzione che avviene interamente nel territorio della Valle d'Aosta; gli ingredienti, che sono sempre solo tre, sale, caglio e latte intero crudo delle bovine di razza valdostana autoctona; e i rigorosi controlli sul rispetto del disciplinare, con valutazione qualitativa finale e apposizione del marchio da parte del Consorzio. Ad annunciarlo, in una nota, il Consorzio Produttori e Tutela della Dop Fontina che conta ad oggi 162 soci produttori, di cui 52 stagionatori e confezionatori. Dopo l'approvazione della modifica del disciplinare di produzione da parte del Ministero dell'Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), Fontina Dop sarà affiancata da due nuove denominazioni ufficiali: Fontina Dop Alpeggio, e Fontina Dop Lunga Stagionatura. Si tratta di tre prodotti di montagna, nati tra le alte vette della Valle d'Aosta, ma diversi per aroma, colore, consistenza e palatabilità.
    "La nascita delle nuove tipologie rafforza il legame col territorio e valorizza la produzione tipicamente di montagna della Fontina Dop" sottolinea infine il Consorzio ricordando che nella stessa direzione va anche la modifica al disciplinare riguardante i foraggi. Mentre il regolamento europeo (Reg UE 1151-2014) richiede un minimo di prevalenza (51%) di alimenti provenienti dalla zona di produzione, il Consorzio Fontina Dop ha previsto nel nuovo Disciplinare che almeno il 60% della razione alimentare di sostanza secca sia prodotto all'interno del territorio montano della Valle d'Aosta. Il rispetto di tale requisito consente di valorizzare le caratteristiche uniche del latte di alta montagna e di mantenere viva l'antica pratica di allevamento con la monticazione delle bovine durante il periodo estivo e l'approvvigionamento nei prati di fondovalle durante i mesi invernali, nel totale rispetto dei ritmi naturali montani.
    "L'intento di questa iniziativa, che il Consorzio portava avanti ormai da mesi, - afferma il Presidente Andrea Barmaz - è quello di vedere finalmente riconosciuto e valorizzato l'eccezionale lavoro che per 100 giorni l'anno i nostri casari svolgono in alpeggio, in condizioni non proprio agevoli. La loro passione e dedizione testimoniano un'antica tradizione casearia da custodire e salvaguardare insieme alla difesa della biodiversità dell'alta montagna e alle diverse metodologie di stagionatura che rappresentano anch'esse una tipicità del nostro territorio".
    (ANSA).
   

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