Nel 2002 consumava vino il 48,7% dei giovani, il 65,1% tra gli adulti e il 59,9% tra gli anziani. Dopo 20 anni, il consumo si va ringiovanendo: nel 2022, i giovani consumatori sono il 53,7%, gli adulti il 61,4% e gli anziani il 57,4%. La quota di consumatori tra i 18-34 anni è aumentata di 5 punti percentuali, mentre quella degli adulti è diminuita di 3,7 punti percentuali e quella degli anziani di 2,5 punti percentuali.
Lo evidenzia uno studio dell'Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis presentato a Vinitaly. Per i giovani, sottolinea l'analisi, il vino è veicolo di relazionalità e convivialità. Il 67,7% ama consumarlo in compagnia di altre persone, il 45,3% nei luoghi del fuori casa e il 34,4% durante i pasti. Per gli adulti è sia veicolo di relazionalità che presenza nel quotidiano dei pasti, poiché il 55,3% ama berlo in compagnia e il 55% durante i pasti, mentre al 34,5% piace berlo nei luoghi del fuori casa. Mentre il 79,1% degli anziani lo consuma durante i pasti, il 36% in compagnia di altre persone e il 14,2% nei luoghi del fuori casa.
Come si evince dall'Osservatorio, il 96,5% degli italiani preferisce il vino nazionale, quota che resta alta trasversalmente alle generazioni e l'83,1% dei consumatori predilige vini Dop e Igp. Inoltre l'87,9% degli italiani apprezza molto le variazioni territoriali dei vini italiani, in particolare l'80% dei giovani, l'89,9% degli adulti e l'89,5% degli anziani. E l'82,6% degli italiani pensa che il cambiamento climatico modificherà anche i tipi di vino disponibili, in particolare lo pensa l'83,2% dei giovani, l'82,1% degli adulti, l'83,1% degli anziani. Ma è alta la fiducia degli italiani nella capacità delle imprese del settore di affrontare la sfida del cambiamento climatico e quella della sostenibilità. Infatti è l'84,4% degli italiani ad affermare che il vino italiano rappresenta la sostenibilità, tra cui il 79,4% dei giovani, l'85,3% degli adulti e l'86,5% degli anziani. (ANSA).