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Vinitaly, beverage stretto tra burocrazia e sugar tax

Agronetwork con le associazioni di categoria di Confindustria

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 16 APR - Dalla burocrazia all'internazionalizzazione alla sugar tax, sono diverse le criticità del settore delle bevande, un settore che ha visto crescere il fatturato del 20% negli ultimi 10 anni, arrivato a toccare 21.291 milioni del 2023, per un totale di 345 litri di consumi pro capite annui. E' quanto è emerso in un convegno organizzato da Agronetwork, l'associazione costituita da Confagricoltura, Nomisma e Luiss per promuovere il dialogo tra industria e agricoltura. I vertici delle associazioni di categoria aderenti a Confindustria si sono riuniti per la prima volta al Vinitaly nello stand di Confagri, per analizzare le tematiche trasversali del settore del beverage made in Italy. Il presidente di Assodistil Antonio Emaldi ha evidenziato le difficoltà burocratiche riscontrate a partire dalle "fascette fiscali" (i contrassegni di Stato previsti per alcuni prodotti alcolici) fino all'interscambio con l'estero. Roberto Bava, presidente del Consorzio Vermouth di Torino si è dovuto confrontare a lungo con le istituzioni prima di ottenere la denominazione geografica. Federvini, rappresentata dal vicepresidente Piero Mastroberardino, ha messo in luce l'esigenza di ragionare sul medio lungo periodo condividendo i dati strutturali di settore per evitare di rincorrere emergenze che non consentono alle imprese di investire e innovare. Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra, ha rilevato la graduale crescita dei consumi seppure in presenza di alcuni freni come le accise. Le bevande analcoliche, ha affermato Cristina Camilli, vicepresidente di Assobibe, registrano invece una riduzione dei consumi; un comparto messo a rischio dalla sugar tax, che si applica solo alle bevande analcoliche, anche quando prive di zucchero e che, se confermata, impatterà in maniera importante su consumatori e aziende produttrici. Il vicepresidente di Mineracqua Ettore Fortuna ha denunciato gli interventi che hanno maggiormente penalizzato le aziende del settore acque minerali: gli obblighi sui tappi, il pet riciclato e i rischi legati alle imposizioni sullo zucchero e sulla plastica. Il vicepresidente di Confagri Giordano Emo Capodilista, infine, ha ribadito l'importanza di un impegno comune per raggiungere obiettivi in Italia e in Europa che favoriscano la crescita e la competitività delle imprese, con particolare riguardo alle compatibilità con gli obiettivi del green deal. (ANSA).
   

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