Piemonte, Toscana e Puglia sono le tre regioni a vocazione vinicola più rappresentate in fiera, rispettivamente con 280, 235 e 119 aziende presenti.
Nella fiera che ha nell'apertura a solo visitatori professionali (58.500 nel 2017) la sua storica chiave di successo, la compagine azzurra mira a consolidare le vendite di vino italiano in Germania che, nei primi nove mesi dello scorso anno sono cresciute del 2% in valore (710 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo del 2016 e che, secondo le previsioni, dovrebbero attestarsi sul +3% nell'intero 2017.
Consolidando l'export in mercati asiatici tramite ProWine China e la neonata ProWine Asia, oltre che negli Stati Uniti, perché nel salone di Dusseldorf sono cresciuti del 22% nel 2017 rispetto al 2016 i buyer americani. ''Gli italiani hanno emozioni da vendere - ha detto Sofia Biancolin, neo presidente delle Donne del Vino del Lazio - ma la Germania è un mercato arduo perché i tedeschi bevono solo i vini che conoscono o gli autoctoni ben comunicati''. Tra le novità dell'edizione 2018, a Dusseldorf, il focus sulle bevande artigianali, sia birre che liquori, che ospiterà la mostra "Same but different" e la Fizz Lounge dedicata ai bar e alla gastronomia di tendenza. Inoltre spazio più ambio per il settore biologico; stand collettivo del governo giapponese sul Sake; stand dell'Ungheria con le diverse tipologie di acquaviti di frutta (Palinka). Oltre 500 tra degustazioni e convegni; vetrina per i vini del premio internazionale Mundus Vini e Champagne Lounge con 40 maison e oltre 150 marchi. (ANSA).
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