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Brexit: Uiv, serve mercato stabile con 2 anni di transizione

Abbona, aziende si abituino a pensare a Uk come a Paese extra Ue

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 4 DIC - Il mondo del vino italiano guarda con preoccupazione al post-Brexit e chiede stabilità nelle relazioni commerciali oltremanica nello scenario che si aprirà dopo il 29 marzo 2019 con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.

''Per il vino italiano la 'piazza' anglosassone ha una valenza particolare, in quanto è il terzo sbocco di mercato con circa 3 milioni di ettolitri esportati e un fatturato di circa 800 milioni di euro ogni anno'' ha ricordato Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), chiedendo un accordo per il mercato stabile che non danneggi le imprese.

"La speranza di tutto il settore vitivinicolo - continua il viticoltore piemontese Abbona - è che con l'accordo siano definiti scenari certi, perché le imprese possano investire in contesti economici stabili, nei quali le regole e le procedure siano chiare, consolidate e condivise. Pertanto, auspichiamo si giunga ad un testo che assicuri un periodo di transizione di due anni. In generale, però, le aziende si abituino a pensare a Uk come a un Paese extra-Ue''.

"Il Regno Unito - ha sottolineato Jill Morris, Ambasciatore britannico in Italia - è un grande sbocco di mercato per i vini italiani e la forte ammirazione che i britannici nutrono per l'Italia è dimostrata anche dal crescente numero di turisti britannici alla ricerca di esperienze eno-gastronomiche sopraffine verso il 'bel Paese'. La cultura eno-gastronomica è solo un aspetto della forte partnership che lega la Gran Bretagna e l'Italia, un rapporto che di certo Brexit non potrà recidere''. I dati più recenti mostrano come il vino italiano sia popolare e molto consumato nei pub del Regno Unito. Nei bar e ristoranti, questo prodotto ha generato un valore di oltre 1,3 milioni di sterline nel 2017. ''Purtroppo, però, non siamo ancora al riparo dal pericolo di un 'NO deal' sulla Brexit e questo potrebbe generare caos ai nostri porti e alle frontiere'' ha lamentato Miles Beale, Chief Executive della WSTA del Regno Unito.(ANSA).

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